Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

«Comitato di base è bello»

Fonte: La Nuova Sardegna
25 agosto 2010

MERCOLEDÌ, 25 AGOSTO 2010

Pagina 1 - Cagliari

Sempre più numerosi i gruppi spontanei di quartiere
La difesa del verde delle piazze guida la rivolta dei cittadini che chiedono di far pesare la loro opinione

ROBERTO PARACCHINI
CAGLIARI. Il capoluogo dell’isola sta diventando la città dei comitati. Per i fautori della democrazia partecipata è un fatto positivo. Per i difensori del decisionismo diventa un problema. Seppure in maniera non sempre lineare (a volte confusa) molti cittadini hanno deciso di prendere in mano i propri problemi intervenendo in difesa del verde pubblico e, in generale, contro il degrado e l’abbandono di parti sempre più ampie della città.
Piazza Giovanni XXIII. La prima battaglia recente con relativo comitato spontaneo fu in difesa dei ficus retusa, gli alberi di piazza Giovanni XXIII che venivano ridimensionati nel progetto del parco della musica. Diversi sono stati i giorni di protesta e di mobilitazione da parte degli abitanti e di intellettuali e gruppi (come il Social forum). Alla fine la decisione del sindaco Emilio Floris e della Giunta di chiedere alla società appaltante di modificare il progetto per salvare un maggior numero di alberi. La storia, iniziata nel 2004 con una lettera di un gruppo di abitanti, terminò nel 2005 con la modifica del progetto.
Via Manzoni. La realizzazione dei parcheggi in via Manzoni si inserisce nell’idea della giunta comunale di dare risposte al caos del traffico anche con strutture per le macchine da realizzare all’interno della città. Il progetto iniziale prevedeva un silos per posti auto con un piano interrato e tre esterni. Da qui la rivolta di parte degli abitanti della zona (e formazione di un comitato) che protestavano per la modifica del paesaggio e l’eliminazione di uno spazio rionale (anche se era stato ridotto a un parcheggio spontaneo). Alla fine dopo diversi giorni di protesta, con momenti di forte tensione nel tentativo di bloccare i lavori (l’amministrazione autorizzò lo sgombero forzato), intervenne il sindaco Emilio Floris e a fine febbraio del 2006 il consiglio municipale approvò una modifica: due piani interrati e uno esterno con, sopra, una piazza. Ma il problema di quei parcheggi resta: soprattutto nella loro gestione che non soddisfa nè i residenti, nè i commercianti della zona.
Piazzetta Maxia. La cifra investita sino ad ora è salita a circa un milione e quattrocentomia euro. Una somma che i più considerano veramente spropositata per una piazza in cui bastavano pochi interventi per renderla più fruibile. Invece l’amministrazione comunale (tramite il progetto che si stava realizzando, «stava» perchè i lavori ora sono fermi) ha scelto la strada di una piazza incavata nel terreno. Alberi (Jacaranda storici) spostati e nuove essenze arboree. In più ritardi su ritardi nei lavori. E così è nato il «popolo delle lenzuola», con proteste scritte su lenzuola appese alle finestre. Più assemblee volanti: «Ridateci la nostra piazza».
Piazza Garibaldi. Lo storico crocevia che ospita anche la scuola Riva (progettata dal Cima) e anche trenta ficus quasi secolari rischia di venire stravolta da un progetto comunale. Il piano prevede che dodici alberi vengano spostati altrove. Da qui la protesta di chi chiede che la piazza sia recuperata (oggi è un esempio di degrado e abbandono), ma senza stravolgerne la storia in tutti i suoi aspetti, compreso quello faunistico. Il primo di settembre questo spiazzo diventerà il punto d’incontro dei vari gruppi di partecipazione di base che si sono formati in città in questi ultimi tempi.
Via Peschiera. La zona che si trova dietro piazza d’Armi, da via Peschiera a via Castefidardo è stata oggetto di smottamento a seguito di infiltrazioni d’acqua nel sottosuolo. L’area è infatti ricca di grotte e le perdite idriche degli ultimi anni, più le piogge hanno reso meno stabile il tutto. Il Comune, in un primo momento voleva che gli abitanti (quelli delle zone più critiche) lasciassero le loro abitazioni, poi che pagassero loro la messa in sicurezza. E così è nato un comitato per la difesa dei diritti di chi vi abita.
Villanova. Per diversi mesi Villanova è stata oggetto dei lavori di rifacimento dei sottoservizi, compresa la ripavimentazione. Le opere dovevano essere eseguite in due trance, ma per i ritardi della prima la popolazione del quartiere si è ritrovata con un rione-cantiere in cui non era più possibile muoversi. E la pioggia ha fatto il resto. Da qui la nascita di un comitato spontaneo. Ora è quasi tutto finito e l’amministrazione ha progettato la chiusura al traffico di gran parte del rione. Un fatto positivo che deve rapportarsi con le diverse esigenze degli abitanti.
Castello. Il rione più antico vede una parte del qaurtiere valorizzato e gettonato per i suoi panorami mozzafiato; e un’altra ancora degradata, soprattutto i sottani. Sembra un rione schizofrenico che aspetta ancora i servizi essenziali e un progetto di ripopolamento e di ricostruzione del tessuto commerciale e artigiano di un tempo. Un comitato è nato anche in questo rione: alcuni hanno pagato la società che gestisce i cartelloni per inserire un manifesto di tre metri per sei in alcuni muri di Cagliari, con su scritto «Contro il degrado in Castello».
Pirri. La muncipalità di Cagliari ha avuto uno sviluppo urbanistico non adeguatamente controllato dall’amministrazione, che fa sì che alcune strade, durante gli acquazzoni, diventino dei veri e propri fiumi. Da qui la richiesta di fare degli interventi di sistemazione e la formazione di un comitato che domanda, ormai da anni, un intervento serio. Ma gli interventi fatti sino ad ora sono considerati insufficienti.