Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Via San Paolo, rivolta contro i rom

Fonte: L'Unione Sarda
23 agosto 2010

La denuncia. Sessantadue famiglie esasperate chiedono aiuto alle forze dell'ordine

«Bruciano di tutto e ci rubano l'acqua, qualcuno intervenga»
Gli ex ferrovieri: nessun caso di razzismo, solo un disperato appello contro il degrado imperante.
Di notte non chiudono occhio per il baccano proveniente dal vicino campo nomadi. Di giorno sono costretti a tenere le finestre sempre chiuse per evitare di inalare i fumi tossici provenienti dai roghi accesi dai Rom per fondere il rame. Come se ciò non bastasse, a volte non riescono nemmeno a farsi la doccia perché la piccola comunità straniera (12 famiglie alloggiate in altrettanti camper) si è allacciata abusivamente alla rete idrica del quartiere e la pressione dell'acqua è diventata insufficiente.
62 FAMIGLIE IN RIVOLTA A lamentarsi con forza e a chiedere a gran voce lo smantellamento del piccolo campo abusivo di via San Paolo sono sessantadue famiglie di ex dipendenti delle Ferrovie dello Stato che risiedono da sempre in nove palazzine contigue antistanti il cavalcavia di Sa Scaffa. Da circa due anni, ossia da quando i nomadi hanno iniziato a stazionare di fronte alle loro case, hanno visto la loro vita trasformarsi in un incubo.
Il degrado in quella zona c'è sempre stato, ma la presenza dei Rom avrebbe ulteriormente peggiorato le cose. «Siamo stufi», si sfoga Piero Cocco, capo condomino della prima palazzina sita al numero civico 3, «Abbiamo ripetutamente segnalato il problema a Carabinieri, Polizia Municipale a Asl 8, ma nessuno ha fatto niente per noi». I nomadi si sono insediati di fronte alle loro case, nella stessa area destinata in passato ad ospitare il circo. «Hanno preso possesso del campo», racconta Cocco, «piegando la recinzione e scassinando la serratura del cancello. Si trattengono settimane, poi spariscono all'improvviso lasciandosi alle spalle un mare di rifiuti».
«ROGHI E FURTI D'ACQUA» Dopo qualche tempo, però, ritornano. «Sono sempre gli stessi, ormai riconosciamo le facce», riferisce Giampietro Polidetti, capo condomino del palazzo al civico 9, «Bruciano plastica e copertoni, fanno chiasso, ci rubano l'acqua e di notte assistiamo a strani movimenti che non ci piacciono proprio». La preoccupazione è forte, insomma, e i residenti chiedono un intervento urgente da parte del Comune, proprietario dell'area. «La civiltà finisce in via Roma», commenta amaro Mario Santagati, un altro residente, «poi comincia il degrado». «La zona in cui viviamo è diventata terra di nessuno e non sappiamo più cosa fare». «Non chiediamo molto», concludono Claudio Trincas e Francesco Porrà, «basterebbe ripristinare la recinzione, richiudere il cancello, far sparire le condotte idriche che spuntano fuori dal terreno e poi vigilare con puntualità». Nessun caso di razzismo, solo un disperato appello contro il degrado imperante.
Le istanze dei residenti di via San Paolo sono state raccolte dal consigliere comunale e regionale Edoardo Tocco che si sta interessando della delicata questione, con l'obiettivo di trovare in tempi rapidi una soluzione.
PAOLO LOCHE

21/08/2010