Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Un urlo: «Ciao, Francesco»

Fonte: L'Unione Sarda
20 agosto 2010


Sassari piange Cossiga sepolto vicino a Segni

 DAL NOSTRO INVIATO
LORENZO PIRAS
SASSARI È tornato a casa accolto da una folla commossa e composta nella sua città listata a lutto. In silenzio. Per l'addio al Presidente Cossiga - solo per un saluto e un grazie - c'erano 5 mila sassaresi e c'era gran parte dell'establishment politico sardo a rendere omaggio allo statista che, come ha detto nell'omelia funebre monsignor Pietro Meloni, «picconava per amore».
L'ONORE Verso le 11, da corso Margherita di Savoia, attorno alla chiesa di San Giuseppe, si è levato un boato: «Francesco, Francesco». La memoria di molti è tornata indietro negli anni, a quando il picconatore appena eletto capo dello Stato, era stato acclamato dai suoi concittadini. Flashback da capogiro in una giornata mai così triste. Da ieri le spoglie riposano nel cimitero monumentale, in una tomba spartana a pochi metri da quella dell'altro presidente della Repubblica sardo, Antonio Segni.
LA FUNZIONE La bara di Cossiga, avvolta nelle bandiere tricolore e dei Quattro Mori, è stata adagiata ai piedi dell'altare, nella chiesa di famiglia e di tutta la sassareseria che in politica ha lasciato il segno, da Segni a Cossiga, da Berlinguer a Parisi. Prima dell'arrivo a Fertilia, con un volo allestito dall'Aeronautica da Ciampino, la messa celebrata di primo mattino nella chiesa romana di San Carlo al Corso. A scortare il feretro, i figli del presidente Anna Maria e Giuseppe, sottosegretario alla Difesa, l'amico di sempre Ennio Dalmasso con la figlia Sveva. Dalla Capitale sono arrivati anche il nipote di Cossiga, il deputato Piero Testoni e il governatore Ugo Cappellacci.
L'OMELIA Dal pulpito, dopo le preghiere (a Sassari non è stata celebrata una messa) il vescovo di Nuoro, Pietro Meloni, amico d'infanzia dell'ottavo capo dello Stato, ha spiegato il significato recondito delle esternazioni più severe: «Quando picconava lo faceva per amore», ha detto il prelato ai presenti che gremivano la chiesa fino all'inverosimile, «e il suo spirito cristiano lo riconduceva sempre al perdono della vittima di turno e al pentimento». I ricordi dell'inizio sul comune cammino di fede («si vantava di avermi insegnato a servire messa») hanno caratterizzato il discorso del vescovo che ha concelebrato la funzione funebre con il collega di Sassari Paolo Atzei.
I PRESENTI A fine funzione il figlio del Presidente, Giuseppe, ha ringraziato le autorità che hanno reso omaggio al padre. In lacrime l'ex questore di Sassari e Cagliari Antonio Pitea. Per il sindaco di Sassari Gianfranco Ganau, «se ne va un uomo che fino all'ultimo è stato vicino alla città con consigli e suggerimenti». Per il governatore Cappellacci - che spesso, fino a gennaio, aveva avuto frequenti contatti con Cossiga anche attraverso le e-mail - «ci ha lasciato una persona insostituibile». Sindaco e presidente della Regione erano in prima fila, alla destra del feretro, con Emilio Floris, sindaco di Cagliari, e il senatore Beppe Pisanu. Tra la folla l'ex presidente del Coni Franco Carraro e il deputato del Pdl Salvatore Cicu. E poi i consiglieri Franco Cuccureddu, Silvestro Ladu, Tore Amadu. Tra gli esponenti del centrosinistra, Arturo Parisi, Silvio Lai e Mario Bruno, segretario regionale e capogruppo del Pd sardo, Paolo Fadda, Antonello Soro, Giampiero Scanu e Giulio Calvisi.
L'ABBRACCIO Gli onori della Brigata Sassari e un lungo applauso sono l'addio della Sardegna al “suo” Presidente. È mezzogiorno, la salma di Cossiga parte per il cimitero. Si leva un altro boato. È affettuoso: «Ciao, Francesco».

20/08/2010