Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Giardino verticale, un sogno che rimarrà nel cassetto

Fonte: La Nuova Sardegna
20 agosto 2010

VENERDÌ, 20 AGOSTO 2010

Pagina 1 - Cagliari

LA CURIOSITÀ

CAGLIARI. I giardini verticali. Dovevano essere il fiore all’occhiello della piazza Maxia del futuro, l’elemento che avrebbe fatto da elemento caratterizzante, un particolare che l’avrebbe pure nobilitare, facendo magari arrivare gente da tutta la città per ammirarla. Resteranno un sogno. Troppe complicazioni e la mancamza di certezze hanno fatto naufragare tutto. Quelli dell’impresa hanno sempre ripetuto: «Aspettiamo che i progettisti ci dicano come procedere e cosa fare: Mai avuto risposte».
I giardini verticali sono stati inventati nei primi anni Novanta da un noto botanico francese, Patrick Blanc, che prese esempio dalla fantastiche cascate di verde che si possono ammirare nella foreste tropicali, malesi o brasiliane, con piante che sembrano letteralmente sospese: in questo modo - ecco l’idea - si potrebbe cambiare volto al muro di un palazzo o alla recinzione in ferro di un giardino, oppure ancoad una parete in cemento. «Una angolo di paradiso in mezzo alla città», diceva Blanc. Già, ma come fare? Il botanico chiese aiuto ad un designer e inventò un sistema che ha le radici in una struttura modulare composta da tre elementi, (pannello di Pvc, strato di feltro e cornice metallica), con acqua e fertilizzanti che venivano forniti capillarmete. Il tutto poteva essere appeso senza bisogno di un muro sul retro. Una idea geniale che in Francia ha trovato tantissimi estimatori ma che pare non ne ha ancora abbastanza in Italia. Doveva essere l’idea in grado di dare un tocco di classe a piazza Maxia. Ma chissà che cosa avevano previsto i progettisti, magari associazioni vegetali che nessun aiuola avrebbe potuto ospitare, sui muri della piazza, ortensie, iris e viburni con lalci, ficus e e filodendri. Nessuno sapeva come fare e così meglio soprassedere. Resteranno gli alberi sceletrici che ci sono.