Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Il nuovo Statuto, la sua ultima e incompresa sfida alla classe dirigente sarda

Fonte: La Nuova Sardegna
18 agosto 2010

MERCOLEDÌ, 18 AGOSTO 2010

Pagina 9 - Altre

di Giuseppe Centore

Commosso cordoglio delle istituzioni, sottolineata la figura di «illuminato rivoluzionario» della politica

Ugo Cappellacci: Il suo orgoglio rappresentava la storia della nostra terra
CAGLIARI. Unanime e commosso il cordoglio del mondo istituzionale e politico sardo per la scomparsa del Presidente Emerito della Repubblica. Amici di una vita, compagni di battaglie più o meno recenti, hanno voluto ricordare il politico, più che l’uomo delle Istituzioni, mettendo in risalto l’impegno in quella che fu per Cossiga l’ultima, e forse la meno capita, frontiera parlamentare: quella per rifare dalle fondamenta lo Statuto della Sardegna.
Il primo ricordo è quello del presidente della Regione Ugo Cappellacci, «La sua scomparsa addolora profondamente il popolo sardo, che per settimane ha trepidato per la sua salute. Abbiamo perso - ha aggiunto Cappellacci - un protagonista della politica nazionale, un uomo delle Istituzioni e un grande presidente della Repubblica. La nostra isola resta orfana di un punto di riferimento, di un uomo orgogliosamente sardo, di cui certamente avrebbe avuto bisogno per affrontare le sfide che la attendono. Resteranno - ha concluso il Presidente della Regione - i suoi insegnamenti, la sua combattività, il suo grande amore per la patria sarda e italiana».
Di analogo tenore il messaggio del presidente del Consiglio Regionale, Claudia Lombardo. «Ci ha lasciato oltre che un grande politico, che ha dato lustro alla nostra terra, anche un grande uomo che non ha mai dimenticato i problemi della Sardegna. Il Presidente Emerito sarà ricordato - ha proseguito la Lombardo - non solo per essere riuscito a raggiungere le massime cariche istituzionali dello Stato, ma per le sue doti umane, per il suo spirito critico, per la sua dialettica diretta».
L’originale, e non sempre colto appieno, impegno di Cossiga per la sua terra, viene citato dall’ex presidente della giunta regionale, e attuale deputato Pdl Mauro Pili, che definisce Cossiga come il più «illuminato e rivoluzionario interprete dell’autonomia sarda. Quello di Francesco Cossiga - ha detto Pili - è sempre stato un richiamo forte per una moderna e dinamica autonomia della Sardegna, richiamo ancor più significativo proprio perchè ispirato dal pensiero di un grande uomo di Stato. Un Presidente della Repubblica irriverente e autorevole, difensore delle istituzioni e scevro dai condizionamenti del palazzo».
Momenti personali e analisi politiche nel ricordo di un altro ex presidente, Angelo Rojch. «Non ho mai conosciuto nel panorama politico nazionale un uomo che unisse a una cultura profondissima una intelligenza spiccata come la sua. Sognava la Catalogna, voleva una Autonomia speciale con nuovi indispensabili e molto concreti elementi di sovranità, ma il suo pensiero è stato in parte tradito, se non ignorato dai politici sardi. Mi auguro che il prossimo dibattito in consiglio regionale sulla mozione presentata dai sardisti, sia una occasione alta e vera per ricorda il suo pensiero».
Commosso il ricordo di Mario Floris, che ricevette da Cossiga in dono simbolo e nome della formazione politica che attualmente guida, l’Uds. «Una figura carismatica che mancherà a tutto il paese, non solo alla Sardegna. Aveva previsto la fine di questo bipolarismo e con il suo disegno di legge sul nuovo Statuto aveva anche indicato la strada per conquistare una Autonomia vera, ma il suo appello non è stato recepito; oggi ci attardiamo in sofismi e rischiamo di essere superati dall’applicazione selvaggia del federalismo fiscale. Il Presidente per primo aveva colto questo pericolo; la classe politica sarda continua a ignorarlo».
Partecipazione alla scomparsa del presidente emerito anche da parte dei vertici del Pd sardo, con il segretario Silvio Lai e la presidente Valentina Sanna. «Lascia un vuoto importante nella comunità politica italiana quanto nel cuore e nella coscienza dei Sardi e della sua città. Di Francesco Cossiga va ricordata la profonda fedeltà alle istituzioni, all’unità del Paese, la radicale appartenenza alla nostra isola e la matura laicità, oggi sempre meno frequente, di cattolico impegnato». Commosso il ricordo del segretario dell’Upc antonio Satta. «Ci mancherà e mancherà all’Italia un uomo forte e intellettualmente onesto, un democristiano leale, coraggioso e anticonformista, critico con se stesso e con il suo partito, un leader politico scomodo, ma coerente con i suoi principi».