Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Dalla: quell’estate di 50 anni fa al Poetto con il mio gruppo jazz

Fonte: La Nuova Sardegna
17 agosto 2010

Elenco Titoli Stampa questo articolo

MARTEDÌ, 17 AGOSTO 2010

Pagina 31 - Inserto Estate


La strana coppia in tour con un repertorio rinnovato Il musicista bolognese ricorda le prime esibizioni in Sardegna

ANDREA MUSIO

CAGLIARI. A volte ritornano. Ma, vista la caratura dei personaggi, non si tratta di una mossa commerciale in un periodo buio per la discografia e i concerti, e neanche un’operazione nostalgia: piuttosto la volontà di proseguire un discorso iniziato trentun anni fa e poi interrotto, quello di Lucio Dalla e Francesco de Gregori. Insieme ancora una volta.
Due concerti nell’isola, entrambi organizzati da Sardinia Enterteinment, per due delle voci più autorevoli del cantautorato nazionale della vecchia scuola. I due di “Banana republic” saranno di scena venerdì 20 agosto sul palco dell’Anfiteatro romano di Cagliari e il giorno seguente all’anfiteatro Maria Pia di Alghero.
«Questo è un concerto completamente nuovo - dice Lucio Dalla a proposito del Work in progress tour 2010 - è come continuare il lavoro iniziato con Banana Republic. Reputo che questa fase sia più importante di quella di trentun anni fa, più divertente e ricca di contenuti. Tutte le canzoni che suoniamo in queste date sono state scritte dopo quell’album. Adesso c’è il meglio delle nostre canzoni in oltre tre decadi di produzioni. Anche per questo motivo si chiama work in progress: possiamo fare ogni sera un concerto diverso, e così sarà anche in Sardegna. Tutti i brani - prosegue Dalla - hanno sound e arrangiamenti diversi. È cambiato il modo di cantare di entrambi e Francesco lo fa in maniera strepitosa, su ritmi inusuali per il suo modo di concepire la musica. Ha stupito persino per me che sono un suo fan accanito».
- Non solo nostalgici dunque ai vostri concerti. «Assolutamente no. Vengono anche molti giovani. Inizialmente sono rimasto sorpreso, ma poi la spiegazione che mi sono dato è logica. La loro presenza in grande numero è dovuta al fatto che vengono catturati da un aspetto della musica che adesso non esiste più. Se si ascolta la radio non si sente quasi niente che sia innovativo, stimolante o almeno interessante dal punto di vista sociale».
- Quindi fino ad ora vi potete dire soddisfatti?
«Più che soddisfatti. Mi sto divertendo come un matto. Un arricchimento da parte di entrambi. Grazie a Francesco ho riscoperto canzoni che non cantavo più da anni e oggi mi sembrano nuove, è incredibile. Un’ondata di energia, una gran voglia di suonare e scrivere nuovi brani e nuove armonie. Infatti oltre alle tre già pubblicate, durante il tour abbiamo scritto un’altra canzone. Ora il titolo è provvisorio e si chiama “Argentina”. Oltre alla musica c’è la pittura, due monologhi di Francesco Alemanno... Insomma, un po’ di tutto per rendere il live ancora più ricco e interessante».
- Qual è il suo rapporto con la Sardegna?
«Tra me e l’isola, e Cagliari in particolare, c’è un legame molto particolare nato nel lontano 1961, quando suonavo nella Seconda Roman New Orleans. Proprio all’Anfiteatro romano decisi che volevo diventare un cantante. Presi parte ad un concerto, organizzato da Ghigo Mereu, in cui si esibivano diversi importanti artisti dell’epoca, tra cui anche Adriano Celentano. Dopo quel concerto ebbi le idee molto più chiare su quello che avrei voluto fare nella mia vita. La città mi piacque moltissimo e infatti tornai a suonare per quindici giorni in un bar al Poetto (il Lido, ndr) con il mio gruppo jazz tra il ’62 e il ’63».