Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Aree portuali contese: «L’authority è il mandante»

Fonte: La Nuova Sardegna
13 agosto 2010



Polemico intervento del presidente Cacip, Emanuele Sanna, dopo le dichiarazioni di Caliendo


CAGLIARI. «La improvvida riapertura di un procedimento di demanializzazione delle aree industriali di Giorgino è stata ispirata e sollecitata dall’Autorità Portuale di Cagliari». Lo ha dichiarato il presidente del Cacip Emanuele Sanna in una nota dove riprende le affermazioni del presidente dell’Autorità («Noi siamo semplici spettatori, certo spettatori interessati, ma in questa procedura non tocchiamo palla!») e quelle del direttore generale del ministero dei Trasporti Giacomo Caliendo («Il procedimento di delimitazione demaniale marittima del porto di Cagliari ha trovato un proprio formale impulso da parte dell’Autorità Portuale»). Insomma - argomenta Sanna - Caliendo «smentisce clamorosamente il presidente Fadda». «Niente di sorprendente, - prosegue la nota firmata dal presidente del Cacip - ma nei ruoli istituzionali sarebbe sempre auspicabile una limpida assunzione di responsabilità. C’è da chiedersi se i passi per attivare la procedura di demanializzazione siano stati fatti informando anche il Governo regionale. Comunque adesso un diaframma di ambiguità è caduto. Il quadro è più chiaro per tutti i soggetti istituzionali e sociali che dovranno confrontarsi nelle prossime settimane su questa delicata vicenda. Il Cacip, la Provincia, il Comune di Cagliari e gli altri sei Comuni del Consorzio che sono da decenni - sostiene Sanna - i legittimi proprietari di quelle aree assieme alle imprese, che hanno regolarmente acquistato i lotti e stanno subendo la mazzata del blocco dei finanziamenti e dei cantieri. Adesso sappiamo chi sono i mandanti e gli esecutori di questo brutale tentativo di fagocitare nel demanio statale quei preziosi terreni. E’ chiaro da dove viene la minaccia di mutilare non solo il patrimonio ma il sistema funzionale dell’area industriale così come è stato a suo tempo realizzato dalla programmazione pubblica nazionale, regionale e territoriale». Sanna conclude affermando che «la risposta sul piano giuridico, legale e soprattutto istituzionale del nostro ordinamento autonomistico sarà puntuale, ferma e coordinata per sventare questo nuovo editto delle chiudende statali ancor più inaccettabile mentre si realizza in Italia, pur parzialmente, un processo di federalismo demaniale».