Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

I Giganti della discordia contro Resca insorgono gli intellettuali e i politici

Fonte: La Nuova Sardegna
9 agosto 2010



Il no di Michela Murgia: «Sono furiosa». Milia parla di neo colonialismo Fois: «Mettiamoli in mostra a Porto Torres»

ANDREA MASSIDDA

CAGLIARI. Hanno un fisico così possente da far impallidire i Bronzi di Riace. E un aspetto tanto marziale da mettere paura persino ai guerrieri di terracotta di Xi’an, schierati a guardia del mausoleo del primo imperatore cinese. Forse per questo Mario Resca, direttore generale dei Beni Culturali ed estroso ex manager di Mc Donald, dopo aver ammirato nei giorni scorsi i cosiddetti «Giganti di Mont’e Prama» (ad oggi 38 sculture in pietra arenaria alte sino a tre metri e raffiguranti arcieri, lottatori, pugili e altre icone nuragiche) ha lanciato la proposta di portarli in tournée per il mondo. Prima tappa? Pechino, dove a ottobre il ministero per i Beni culturali aprirà un nuovo centro. Tuttavia proprio in autunno a Li Punti, vicino a Sassari, lo staff del Centro regionale che ha appena restaurato queste statue ritrovate nel Sinis nel 1974 inaugurerà la mostra dei «Giganti» perfettamente riassemblati. Così, in mezzo alla soddisfazione per questo tesoro archeologico finalmente a disposizione dell’umanità, la proposta di Resca ha fatto affiorare parecchie incertezze e malumori sia da parte del mondo culturale sia da parte del mondo politico.
Il primo a intervenire con una nota stampa piuttosto polemica è Graziano Milia, presidente della Provincia di Cagliari, che non esita a parlare di neo colonialismo culturale. «Dopo aver letto - dice Milia - dei propositi di chi vorrebbe da subito portare in pellegrinaggio “un paio di Giganti di Mont ’e Prama” in piazza Tiananmen, se non a Reggio Calabria (in sostituzione dei bronzi di Riace, attualmente in restauro), non possiamo che rilanciare la nostra critica verso coloro che continuano a vederci come terra di conquista per operazioni di dubbio valore culturale».
Milia avanza due ipotesi: «O Mario Resca non è stato messo al corrente che i Giganti di Mont’e Prama attendono da oltre trent’anni di essere visti e apprezzati prima di tutto dai sardi, oppure si è convinto che la generosità dei sardi possa rappresentare un pretesto per decidere sulla testa degli stessi». Poi il presidente della Provincia di Cagliari conclude il suo ragionamento con un ricordo amaro: «I Giganti di Mont ’e Prama non possono subire, ancor prima della loro esposizione in Sardegna, le stesse sorti della Stele di Nora, che viaggiò a Parigi e lì soggiornò per mesi senza che i sardi e la Regione Sardegna ne fossero messi al corrente».
Letteralmente infuriata si dichiara invece la scrittrice Michela Murgia, che oltretutto è nata a Cabras, cioè nel luogo dove sono stati scoperti i reperti: «È tutto il giorno che penso a questa cosa e la trovo incredibile - si sfoga -. Com’è possibile che a qualcuno venga in mente di esporre due dei nostri Giganti sardi in sostituzione dei Bronzi di Riace, che fanno parte di tutt’altra cultura? E in ogni caso, a vedere per primi queste grandiose sculture dobbiamo essere noi sardi».
Ad avere molte perplessità è anche Carlo Tronchetti, ex direttore del Museo archeologico di Cagliari, ma soprattutto colui che nel 1974 condusse gli scavi nella necropoli di Mont ’e Prama. «Portare in giro per il mondo i Giganti prima di farli vedere ai sardi mi sembra una vera assurdità - commenta Tronchetti - e in ogni caso trovo molto sbagliato esporli “a pezzi” come fossero fenomeni da baraccone. L’ideale sarebbe organizzare una mostra organica che racconti nei dettagli i sardi e la Sardegna dell’epoca». Anche per l’archeologo Marcello Madau la questione dei Giganti non va presa alla leggera, ma anzi merita prima di tutto un grande dibattito di carattere scientifico. «Lo studio sull’area di Mont ’e Prama mostra ancora molte zone d’ombra - spiega - e prima di un’esposizione promozionale sarebbe opportuno organizzare un convegno importante sull’argomento».
Comunque sia, sono già partite le polemiche su dove collocare le statue in maniera permanente. A Cabras le rivogliono subito. Tanto che che ieri pomeriggio il sindaco del paesino ha mandato una lettera al ministro per i Beni culturali Sandro Bondi. Oggetto: «Richiesta urgente incontro per statue Monti Prama». Sempre al ministro Bondi e sempre ieri si è rivolto chiedendogli udienza anche il consigliere della Provincia di Oristano Cristiano Carrus (Pdl), spiegando nella lettera che «la presenza a Cabras delle statue rappresenterebbe per la comunità locale una possibilità unica di sviluppo economico».
Ma c’è chi ha altri sogni. «Ai tempi della giunta Soru - spiega con un po’ di amarezza Maria Antonietta Mongiu - l’idea forte era quella di sistemare i Giganti al Betile, il museo dell’arte nuragica e contemporanea che sarebbe dovuto nascere nel quartiere di Sant’Elia, a Cagliari, nel 2011». Ma il progetto, almeno per ora, è naufragato. Giovedì scorso la direttrice regionale per i Beni culturali Maria Assunta Lorrai ha convocato una riunione proprio per discutere della questione, e pare che si stia pensando alla Cittadella dei musei di Cagliari. Lo scrittore Marcello Fois rabbrividisce e lancia una delle sue provocazioni: «Basta con Cagliari: i Giganti io li metterei a Porto Torres, dove ce n’è bisogno».