Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Il patrimonio del Comune è in vendita

Fonte: La Nuova Sardegna
24 luglio 2008

GIOVEDÌ, 24 LUGLIO 2008

Pagina 1 - Cagliari

di Roberto Paracchini


Un programma per dismettere dal 2009 gli immobili che rappresentano un costo

CAGLIARI. Patrimonio, la scelta strategica è quella di vendere. Lo aveva affermato il sindaco Emilio Floris durante la predisposizione del bilancio: per rimediare (con gli introiti) anche ai tagli dei budget dei singoli assessorati. E ieri lo ha ribadito l’assessore comunale Luciano Collu (Patrimonio) durante la riunione della commissione apposita. Gli immobili comunali improduttivi dovranno essere ceduti. Il costo della manutenzione è infatti superiore ai ricavi. Le proprietà comunali sono composte da 11.500 cespiti, tra immobili e terreni. In più: gli affittuari morosi rischiano di essere superiori ai regolari.
Prima c’era un contenzioso con la Provincia per gli affitti di una serie di edifici scolastici (poi risolto). Ancora aperto, invece, il discorso con l’ex Iacp: il Municipio chiede arretrati (per fitti riscossi tra il 1998 e il 1999 su alloggi passati in proprietà al Comune) per 617mila euro. Poi c’è il dissidio col comune di Pula con una causa pendente al tribunale civile per circa 850mila euro. Oltre agli enti pubblici un forte debito con l’amministrazione di Cagliari lo ha lo stesso Cral del Comune. Il Municipio rivendica, secondo una sentenza esecutiva del Tribunale, 600mila euro di canone arretrati per un immobile di 128 metri quadri e un terreno di 1.296 in viale Regina Elena, dati in comodato con un «contratto verbale risalente agli anni Sessanta». Infine ci sono i piccoli morosi per lo più da locali commerciali, ma numerosi.
Il comune possiede un patrimonio molto ampio. Solo gli appartamenti di edilizia residenziale pubblica (Erp) sono 3.439. Di questi 1.761 sono regolari negli affitti, 1.443 parzialmente morosi e 196 non sanno che cos’è il canone d’affitto: non pagano. In queste categorie vi sono molte persone in difficoltà: la disoccupazione ha colpito pesante. Altro discorso, però, è quello degli immobili non abitativi e non Erp: spesso affittati ad associazioni (laiche e religiose). Ieri l’assessore Collu ha anche precisato che le vendite non saranno possibili prima del 2009: occorre un programma con la situazione e la funzione di ciascun immobile, ma per farlo bisogna che i vari cespiti siano centralizzati, mentre oggi gli immobili sono sparsi tra i vari assessorati, in rapporto all’uso. «Il problema - spiega Efisio Pireddu (Udc, presidente della commissione al Patrimonio) - è quello di razionalizzare il patrimonio e di sopperire a decenni di gestione discutibile. Il programma di vendite, ad ogni modo, non sarà pronto prima di settembre». Tra le altre cose «bisogna verificare - precisa Marisa Depau, Pd - che le cessioni dei privati, legate ad accordi di programma col Comune, vengano fatte. Intanto, però, continuano gli sgomberi: ieri in via Fasano, a Sant’Elia, in una casa lesionata». Della necessità di razionalizzare il patrimonio di parla da anni. Il problema venne sollevato nella passata consiliatura dall’allora consigliera Rita Carboni Boy che chiese, che innanzi tutto, si facesse un censimento delle proprietà comunali e che, successivamente, si esaminasse il problema del come «come gestirlo al meglio». A riguardo Ninni Depau (capo grupp del Pd) ha proposto che si divida: da una parte il patrimonio Erp (l’edilizia residenziale pubblica) e, dall’altro, gli immobili commerciali.