Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

«Il Sant’Elia appartiene a tutti i sardi»

Fonte: La Nuova Sardegna
21 luglio 2008

DOMENICA, 20 LUGLIO 2008

Pagina 1 - Cagliari

di Roberto Paracchini


Gigi Riva boccia la proposta di Cellino «Demolire lo stadio è un clamoroso errore»
Rombo di Tuono: «La struttura ipotizzata dal Cagliari calcio non potrebbe ospitare i grandi eventi olimpici e internazionali»

CAGLIARI. «Non è un caso che si chiami “Stadio olimpico della Sardegna”, un nome per dire che il Sant’Elia appartiene a tutti i sardi: è l’unico in grado di ospitare partite e manifestazioni internazionali. Mentre per quello proposto si parla di 20-25mila posti, la metà. Credo che prima di fare la scelta di abbattere il Sant’Elia ci si debba riflettere bene, perchè quella struttura appartiene ai sardi: un granello anche a me, che ne parlo non come ex calciatore, ma come cittadino della Sardegna». Gigi Riva, Rombo di Tuono, boccia la propsta di un nuovo stadio fatta dal presidente del Cagliari calcio Massimo Cellino.
Gigi Riva, il team manager della nazionale parla «come cittadino che ha a cuore la cosa pubblica». La proposta di Massimo Cellino, che nei giorni scorsi è stata riproposta al sindaco Emilio Floris, prevede la rimozione della vecchia struttura e la costruzione, a poca distanza, di un nuovo stadio all’inglese, di circa 25mila posti. Nell’ultimo incontro fatto col primo cittadino, il presidente del Cagliari calcio ha precisato di poter avere i soldi necessari (circa trenta milioni di euro) e di pagare anche i costi della rimozione del vecchio Sant’Elia (che, a seconda delle stime, costerebbe dai due ai cinque-sei milioni). In cambio dell’edificazione dell’impianto sportivo, Cellino otterrebbe dal Comune la concessione gratuita dell’area su cui costruirlo. Inoltre il presidente del Cagliari calcio avrebbe rinunciato a iniziative commerciali all’interno del nuovo stadio, ma con la richiesta di demolire il vecchio in quanto, in estate, la struttura potrebbe essere utilizzata (rendendola, così, più redditizia) per i grandi eventi. Mentre se restasse anche il Sant’Elia, quest’ultimo sarebbe in concorrenza.
Il mito del calcio italiano, il Gigi Riva che Gianni Brera definì Rombo di Tuono per la potenza di tiro del suo piede sinistro, invita alla prudenza: «Non si può scherzare sui soldi pubblici - afferma - prima di procedere bisogna avere le idee chiare. Rimuovendo il Sant’Elia si priva la Sardegna del suo stadio olimpico che, tra l’altro, non mi pare sia così degradato da dover essere abbattuto».
Le male lingue affermano che il giocatore che ha portato il Cagliari allo scudetto e che detiene il record di gol in nazionale (35 gol su 42 partite), abbia nell’area anche suoi interessi sportivi in quanto titolare di una concessione, data dalla Regione, di quattro ettari per attività sportive. «Ma questa non ha niente a che vedere con il calcio - spiega - si tratta di una concessione sociale per i ragazzini: per toglierli dalla strada, non per creare dei calciatori. È un qualcosa di completamente diverso. Ed è chiaro. Purtroppo non ha avuto seguito: probabilmente non è mai stata presa sufficientemente in considerazione».
Il Sant’Elia «nel 1990 - ricorda Riva - è stato rinnovato per ospitare alcune partite del campionato del mondo... Ripeto: non è così fatiscente. Ma se lo fosse, ci sarebbe da domandarsi perchè, nell’arco di tutti questi anni, non è sta fatta la manutenzione, permettendone la rovina?». Qualcuno ha parlato di costruirne due, di stadi. «Ci faremmo ridere dietro da tutta l’Italia - continua Riva - due strutture una vicino all’altra: non è pensabile, sarebbe uno spreco di denaro pubblico. Mentre, ripeto, è importante che il Sant’Elia venga conservato: per tutti i sardi e non solo per il calcio. La vita va avanti, il gioco del calcio ugualmente, ma credo che occorra riflettere bene prima di demolire un bene come il Sant’Elia, l’unico stadio olimpico di tutta la Sardegna e non solo di Cagliari».
Il presidente Cellino afferma di avere i finanziamenti per la costruzione del nuovo impianto. «I soldi, però, glieli darebbe probabilmente il credito sportivo - spiega Ninni Depau, capo gruppo del Pd - ma quel credito chi lo garantisce? Occorre trasparenza e chiarezza, altrimenti è lecito pensare che la garanzia sia data dal terreno che viene concesso dal Comune e, quindi, da una proprietà pubblica. Allora le cose non tornano. Va poi ricordato che a Torino, ad esempio, la concessione del terreno è stata pagata».
In Comune l’assessore allo Sport Nanni Floris è sull’Aventino. Da quasi due mesi non partecipa alla Giunta e il fatto di non essere stato avvertito per tempo dell’incontro del primo cittadino con Massimo Cellino, pare che lo abbia fortemente indisposto. E che il vertice sia avvenuto poi a due (sindaco-presidente del Cagliari calcio) e non con assessori e consiglieri, proprio per evitare le dimissioni di Nanni Floris. Ma è anche noto che quest’ultimo è sempre stato a favore del recupero del Sant’Elia e non della sua rimozione. Quindi, in questa operazione, è stato tenuto ai margini.