Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Ma sarà impossibile liberarci dalle ‘teste di gatto’

Fonte: La Nuova Sardegna
27 luglio 2010

L’INTERVENTO


La Natura non aveva previsto l’Agronomo del Comune di Cagliari, che di nome fa Papoff, il quale vuole eliminare i bei ficus di piazza Garibaldi, quelli che danno un carattere alle piazze e ai viali della città. La sua relazione sorprende e toglie speranza. Scrive l’Agronomo che i ficus fanno ombra e freddo, che la «triste monotonia del colore verde», proprio così dice, deve essere sostituita da essenze colorate. Avverte che i pensionati seduti sulle panchine sono a «rischio schianti», che le radici dei ficus sono trappole e che gli uccellini ci intossicano con il guano. Meglio l’armonia delle marmitte, l’allegra monotonia della solita, brutta piazzetta brianzola. Una città arroventata senz’alberi, all’ombra del rosmarino in piazze a fossa. L’insofferenza agli alberi dell’Agronomo deriva, dice lui, dalle pericolose “teste di gatto”, quei bei nodi che si formano nelle giunzioni dei tronchi. Se si tratta di grandi “teste di gatto”, avverte, siamo in pericolo perchè le grandi “teste di gatto” sono a “rischio schianti”. Ma chi cerca ombra sopporta qualche “testa di gatto” in cambio di un po’ di fresco. Il responsabile del verde lasci i ficus al loro posto, tanto, per quanto faccia, le “teste di gatto” non verranno mai eliminate del tutto.
Che sconforto nel leggere la relazione dell’Agronomo nemico dei ficus, li da più di settant’anni, nel sentire consiglieri comunali di destra e sinistra che, sarà per le “teste di gatto”, appoggiano la desertificazione della piazza. Tristezza e vergogna perchè tutto questo corrisponde a un’idea di città priva di filosofia, dove l’ago magnetico è ossessivamente orientato a edificare senza mai conservare. Qua costruire porta distruzione. Che siano nuove piazze, palazzine sul colle sacro, parcheggi sotterranei, nuovi stadi inutili, torri “tappa panorama” sullo stagno, supermercati superflui, ripascimenti sventurati, mattoni per i vuoti urbani che domandano verde, si procede a una preliminare distruzione. Ora tocca ai ficus indifesi di piazza Garibaldi. Questa mania del “fare” cancella la città e non elimina le “teste di gatto”, anzi, le moltiplica.