Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Piazza Maxia, il cantiere infinito

Fonte: La Nuova Sardegna
27 luglio 2010

Scontro tra Comune e impresa per l’angolo più contestato della città: polemiche anche in Consiglio



Un ritardo tira l’altro e salta l’inaugurazione prevista a fine luglio



La preoccupazione del popolo delle lenzuola

CAGLIARI. Piazza Maxia, il cantiere infinito. Va di male in peggio per l’angolo più contestato di Cagliari e subirà di certo un (nuovo) rinvio la conclusione del cantiere «che consegnerà alla città un giardino bello verde» (parole pronunciate al momento della posa della fatidica prima pietra). Di sicuro i lavori continuano e slitta anche la data di fine luglio, che a giugno era stata fissata per la solenne inaugurazione «alla presenza di autorità civili e religiose».
Ieri mattina gli operai della ditta che ha in appalto la ristrutturazione dello slargo tra via della Pineta e via De Gioannis erano al lavoro: mettevano a posto alcune cose sul parapetto che guarda la «fossa» tanto contestata dai residenti, sistemavano le assi di legno che secondo il progetto della «piazza porcata» (sempre secondo chi da quelle parti ci abita) dovrebbero ornare le aiuole, davano una mano di vernice ai muri. Piccole cose, perchè resta tanto da fare prima di scartare la carta del regalo e consegnare al quartiere la piazza come da pensiero (o sogno?) dei progettisti. Qualche movimento di camion e ruspe c’è stato ma sempre troppo poco. Qualcosa non va e in molti se ne sono accorti: «Sono giorni che gli operai vanno avanti quasi al rallentatore, quasi dovessero andare in ferie o fermarsi da un momento all’altro: sentiano puzza di bruciato». Che cosa è successo? Il Comune ha dichiarato guerra all’azienda che esegue i lavori e stanno per partire le prime carte bollate. Ritardi, incomprensioni e inadempienze, oltre ad una bella girata di scatole per i risultati che non arrivano: sarebbero i motivi per i quali il dirigente dell’assessorato al Verde (e responsabile del cantiere) avrebbe preso carta e penna, ingiungendo all’azienda contestata di mettere mano ai lavori senza ulteriori indugi ma soprattutto senza richiedere altri soldi. Nessun risiltato, per ora. E l’impossibilità, forse, di andare avanti. Insomma, dopo la beffa c’è l’emergenza: perchè i residenti che si sono costituiti in comitato rischiano non solo di non vedere mai terminati i lavori ma anche di osservare dalla finestra di casa lo scempio che è stato fatto della piazza. Davide Bandino, promotore e portavoce della protesta che da avanti da quasi due anni, è stupefatto: «Speriamo che le voci non siano vere ma di certo la situazione è peggiorata. Nessuno di noi pensava che a fine luglio ci sarebbe stata l’inaugurazione della nuova piazza ma questa novità rischia di mandare all’aria anche le più pessimistiche previsioni». Un rapido giro di orizzonte e si può capire il perchè. Qualcosa (poco) è stato fatto anche negli ultimi giorni ma il più è sicuramente da completare. Dove sobo le inferriate che dovrebbero impedire di cascare giù a chi si trova in via De Gioanmnis a guardare la fossa creata dove via Pessina incontra via della Pineta? Non sono stati collocati i rivestimenti in legno che dovranno delimitare le aiuole. E non ci sono le panchine dove la gente potrà sedersi ma non certo prendere il fresco visto che di alberi ce ne sono pochi e pure scheletrici. Scarso il verde, impossibile sapere se l’erba crescerà o no. L’immagine che si ricava non è solo quella di una piazza spoglia, dove fermarsi non è (e non sarà) piacevole, ma anche in uno stato di preoccupante abbandono ora che i tempi sono saltati. Saranno i prossimi giorni a dire come evolverà la situazione ma di certo la premesse sono deprimenti. Visto anche quello che succede in consiglio comunale e le voci che si rincorrono, con la commissione competente che ha convocato il dirigente che ha in carico il progetto da un milione e 250 mila euro. L’obiettvivo era di sapere cosa sta succedendo dalle parti di piazza Maxia e se esistono speranze di completarla in tempi brevi. Riunione aggiormata ad una nuova va convocazione. Di certo la questione si ègià trasformata nella solita storia all’italiana, con un rimpallo di responsabilità che non porterà a nulla. Pare appunto che la ditta che ha vinto l’appalto ha chiesto altri soldi e che il comune non voglia scucire altri euro. «Ci mancherebbee, dopo lo schifo che è stato fatto». Ma intanto la questione potrebbe finire molto presto a Palazzo di giustizia. Vai col tango, altri ritardi e un cantiere infinito. Ieri mattina è comparsop un altro lenzuolo alla finestre: «Dalla città giardino al progetto scempio». Fine lavori? Senza un miracolo, mai.