Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Cappellacci, sarà fiducia condizionata

Fonte: La Nuova Sardegna
26 luglio 2010



Il Pd insiste sulle dimissioni: «La mobilitazione non si fermerà in aula»



Valentina Sanna presidente Pd E’ giusto che i sardi si ribellino a chi disonora l’istituzione e poi si regge scambiando assessorati


CAGLIARI. Le divisioni restano tutte ma il centrodestra ha deciso la «tregua armata»: domani in Consiglio regionale voterà compatto contro la mozione di sfiducia presentata dalle opposizioni nei confronti di Ugo Cappellacci, il presidente indagato, subito dopo riaprirà la verifica su due fronti. Il primoè lo scontro nel Pdl, il secondo è il rilancio della maggiora con la nascita di una giunta politica.
Il Pd pensa già al dopo mozione. L’opposizione di centrosinistra non ha mai pensato, presentando la mozione di sfiducia, di poter mandare a casa Cappellacci, ben sapendo che il centrodestra farà di tutto per non avere le elezioni anticipate. E infatti ieri la presidente del Pd, Valentina Sanna, è stata esplicita: «Dopo la mozione di sfiducia, la mobilitazione del centrosinistra e dei sardi deve andare avanti», ha affermato. Valentina Sanna ha quindi spiegato: «La mozione di sfiducia è un atto politico dovuto dall’opposizione, ma subito dopo il voto bisogna continuare con la mobilitazione dei sardi che non accettano di vedersi ancora rappresentati da chi ha disonorato la nostra massima istituzione e nonostante l’evidenza si ostina a rimanere al governo con una fiducia che sarà accordata in cambio di assessorati e non perché meritata».
La tregua dei dissidenti del Pdl. Nelle ultime settimane, particolarmente calde dopo la sconfitta elettorale e l’inchiesta sull’eolico che coinvolge Cappellacci, il gruppo dei dissidenti del Pdl è rimasto nell’ombra. Perché? «Speriamo di aver perso la nostra funzione critica e di stimolo - dice il portavoce Nanni Campus - in quanto il nostro obiettivo era quello di mettere in discussione il partito e la giunta giunta. Visto che si sta lavorando in quella direzione, ci sembra giusto non forzare la mano. Vogliamo pensare di essere ex dissidenti». In alcune riunioni tra di loro (ce ne sarà un’altra martedì per decidere come intervenire nel dibattito in aula) è stata decisa la strategia. «Il dibattito sulla mozione di sfiducia - ha detto Campus a nome della maggioranza dell’originario gruppo di dissidenti - sarà per noi l’occasione per chiarire alcuni aspetti: nel senso che rinnoveremo la fiducia al presidente in direzione sia della presentazione di una nuova giunta sia in direzione del rinnovamento del partito, dal regionale e quelli provinciali. In questa fase è giusto sostenere chi questi cambiamenti sta proponendo». Se non sarete accontentati? «Si vedrà. Ma confidiamo che qualcosa succederà: nessuno, a Cagliari e a Roma, può far finta che non sia successo niente».
L’attesa degli alleati centristi. Più o meno sulla stessa lunghezza d’onda è la posizione di Udc, Riformatori e Psd’Az - i principali alleati del Pdl - che hanno già incontrato Cappellacci e hanno costituito un «asse» (contano 19 consiglieri) per pesare di più nella trattativa con il presidente e nel rapporto con il Pdl (30 consiglieri). Centristi e sardisti pretendono un «immediato» rafforzamento della giunta, non attraverso qualche sostituzione ma con un cambiamento quasi completo e soprattutto con l’ingresso dei politici.
Cappellacci prepara il discorso. Visti gli umori del Pdl e degli alleati, il presidente sta preparando con cura l’intervento in aula. Sarà un discorso difficile, per via dell’inchiesta giudiziaria (è davvero riuscito a chiarire tutto alla Procura di Roma?) e perché ufficializzerà il radicale rinnovamento della giunta.