Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Cappellacci rischia l’appoggio esterno

Fonte: La Nuova Sardegna
26 luglio 2010



S’inasprisce lo scontro nel Pdl, gli alleati avvertono: «Giunta forte o tutti fuori»



La Russa difende il coordinatore, si attende la scelta di Berlusconi E ora spunta l’ipotesi Emilio Floris

FILIPPO PERETTI

CAGLIARI. Mentre a Roma si è alla vigilia di una settimana chiave per gli interrogatori sul caso eolico, a Cagliari Ugo Cappellacci, già sentito dalla Procura della capitale come indagato, si prepara alla sfida di martedì, la mozione di sfiducia, tentando di rilanciare la sua presidenza con la verifica politica. Verifica che va avanti lentamente tra nuovi scontri e qualche sorpresa.
I centristi e la minaccia dell’appoggio esterno. Nei tre incontri separati con Ugo Cappellacci, nei giorni scorsi Udc, Riformatori e Psd’Az - che hanno costituito un asse - hanno avvertito il presidente che se non ci sarà una giunta forte, loro garantiranno solo l’appoggio esterno. E hanno dettato le condizioni: nessun rimpasto ma esecutivo nuovo, fuori gli assessori tecnici, dentro i politici per un vero rilancio dell’azione dell’esecutivo e della maggioranza. Per l’Udc si parla dell’ingresso di Giorgio Oppi e Sergio Milia, per il Psd’Az di Giacomo Sanna (con la conferma temporanea di Angelo Carta), per i Riformatori (nel caso di giunta di big) potrebbero entrare due fra il coordinatore Michele Cossa e i consiglieri Pierpaolo Vargiu, Franco Meloni e Pietrino Fois. Gli alleati hanno espresso allarme per lo scontro nel Pdl (sarà confermato o no l’attuale gruppo dirigente?) che sta di fatto bloccando la verifica.
Tensione sulla mozione di sfiducia. L’assenza di un chiarimento nella maggioranza proprio a causa dello scontro nel Pdl, scontro che potrebbe allungare i tempi della verifica anche dopo Ferragosto mentre in un primo momento si pensava di chiudere tutto entro la fine di luglio, sta facendo aumentare la preoccupazione nel centrodestra in vista della seduta di martedì, quando il Consiglio regionale discuterà la mozione di sfiducia presentata dalle opposizioni di centrosinistra contro Ugo Cappellacci. Non tanto per l’esito del voto (si dà per scontato che la mozione venga respinta perché il centrodestra non vuole le elezioni anticipate), quanto perché in questa situazione la maggioranza rischia di ufficializzare in aula le proprie tensioni sino a complicare ulteriormente gli sviluppi della verifica che dovrebbe portare in tempi brevissimi alla formazione della nuova giunta.
Il governatore va da Comincioli. Ieri mattina Cappellacci ha lasciato Cagliari ma non è andato a Roma, come aveva lasciato credere, ma nel Nord Sardegna per incontrare Romano Comincioli. Il «supervisore» nominato da Silvio Berlusconi per rinnovare rilanciare il Pdl è in Sardegna per contatti politici e qualche giorno di vacanza. Sul colloquio, assoluto top-secret. Di certo i due hanno fatto il punto sulla verifica dopo gli incontri con i centristi e in vista della riunione pomeridiana con il «vecchio» gruppo dirigente del Pdl.
Delogu e Lombardo: «Piano di quattro anni». Ieri pomeriggio Cappellacci ha incontrato il vertice del Pdl sardo (i coordinatori Mariano Delogu e Claudia Lombardo e il capogruppo Mario Diana) nell’ambito della verifica. «E’ stato un incontro molto positivo - hanno dichiarato Delogu e Lombardo - in cui abbiamo contribuito a gettare le basi per i prossimi quattro anni di legislatura». Una frase che la dice lunga sulla volontà di resistere rispetto all’offensiva di Romano Comincioli, che sta puntando su un radicale cambiamento (circolano le ipotesi dei deputati Bruno Murgia e Settimo Nizzi). «Abbiamo riscontrato da parte del presidente Cappellacci - hanno detto ancora Delogu e Lombardo - una ferma volontà a proseguire il percorso politico-programmatico del centrodestra e a rilanciare l’azione di governo». Il vertice del Pdl consegnerà a Cappellacci una scheda sulle priorità.
L’intervento di La Russa e Gasparri. Mariano Delogu è apparso sicuro del fatto suo, anche perché può contare - è notizia di ieri - su un intervento a suo favore fatto dal coordinatore nazionale Ignazio La Russa e dal capogruppo al Senato Maurizio Gasparri con Silvio Berlusconi. Se il Cavaliere pensava a un blitz, forse deve rinunciare.
Un ruolo da mediatore per Emilio Floris. Battuto da Cappellacci nel 2008 per la corsa alla presidenza, il sindaco di Cagliari potrebbe essere recuperato nel vertice del Pdl sardo come mediatore: qualcuno avrebbe visto in lui la figura ideale per mettere d’accordo tutte le componenti. In questi giorni è attivissimo.
Pitea: «Un errore rinviare il confronto». Secondo l’ex prefetto, eletto nel listino di Cappellacci, rinviare la riunione del gruppo consiliare del Pdl è stato un errore, «Confidavo su questa riunione - ha detto Antonio Pitea, che aveva firmato il documento dei dissidenti, dai quali ha poi preso le distanze - perché la criticità della situazione avrebbe dovuto suggerire un ricompattamento senza dare spazio a ribellismo e dissenso di qualsiasi genere». Il rinvio «avalla il sospetto di eccessivo imbarazzo all’interno del partito: non si può andare in aula senza questo incontro».