Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Abbanoa, privatizzazione dietro l’angolo

Fonte: La Nuova Sardegna
22 luglio 2010

GIOVEDÌ, 22 LUGLIO 2010

Pagina 3 - Fatto del giorno

di Silvia Sanna


La Regione ai sindaci: «Debiti e inefficienza, mandiamo a casa i dirigenti»


SASSARI. Il gigante dell’acqua affoga nei debiti e la Regione fa la voce grossa: annuncia la creazione di un fondo di garanzia da 50 milioni per mettere a tacere le banche e, contemporaneamente, la nomina di un amministratore delegato dai super poteri. La parola commissariamento non viene utilizzata ma, di fatto, l’attuale dirigenza di Abbanoa finirebbe all’angolo. I comuni, azionisti dell’ente, non gradiscono: dietro la manovra, i sindaci leggono la volontà della Regione di marciare a passo spedito verso la privatizzazione del servizio idrico.
Su un punto, infatti, la Regione non si sbilancia. Guarda le carte, analizza le voragini nel bilancio e l’esposizione bancaria per 130 milioni accumulata a dicembre 2009, e arriva a una conclusione: Abbanoa è inefficiente, bisogna cambiare strategia. Che significa: via i vertici, per salvare la barca che affonda serve un nuovo timoniere. L’assessore ai Lavori pubblici Angelo Carta (Psd’Az), nell’incontro con il presidente dell’Anci Tore Cherchi, non dà però certezze su un altro aspetto: entro il 31 dicembre 2010 l’assemblea dei soci è chiamata a ricapitalizzare Abbanoa per 12 milioni di euro. Soldi che, si legge nel piano d’ambito datato 2003 e mai revisionato, dovrebbe mettere la Regione, chiamata a versare a partire del 2005 102 milioni di euro in 5 annualità. Dal momento della nascita, nelle casse di Abbanoa sono arrivati 19 milioni, dunque l’ente vanta un credito di 83 milioni nei confronti della Regione.
A giugno, quando il presidente di Abbanoa Pietro Cadau (Pdl, eletto un anno fa) ha illustrato all’assemblea il quadro drammatico, è stato ribadito che la ricapitalizzazione rappresenta una priorità assoluta, imprescindibile se si vuole evitare il fallimento. I comuni, alle prese con casse perennemente a secco, invitano la Regione a mantenere i patti: fuori i soldi, come stabilito. Invece, dopo una frase pronunciata dall’assessore Carta nell’assemblea del 2 luglio “la Regione farà la sua parte, gli altri facciano la loro”, che i sindaci non esitano a definire “inquietante”, ecco che lo stesso Carta prospetta all’Anci una soluzione diversa: fondo di garanzia per 50 milioni con le banche in capo alla Sfirs e un disegno di legge per la nomina dell’amministratore delegato di Abbanoa. Una figura dotata di grande margine d’azione che lavorerebbe a stretto contatto con un comitato di gestione nuovo di zecca istituito dalla Regione che, di fatto, assumerebbe i poteri dell’Autorità d’ambito, cioè la conferenza dei rappresentanti dei comuni. L’organismo, commissariato prima da Soru e poi da Cappellacci, da maggio viaggia senza una guida in seguito alle dimissioni di Franco Piga. E proprio all’Ato sono addebitate moltissime responsabilità sui conti in rosso di Abbanoa: l’organismo avrebbe infatti dovuto deliberare sugli interventi da eseguire, oltre che procedere alla revisione del piano d’ambito iniziale (che si è rivelato inadeguato) e della tariffa dell’acqua, tra le più basse d’Italia. Tutto ciò non è stato fatto, se non in minima parte. L’arrivo dei privati avrebbe una conseguenza scontata: impossibile stabilire ancora di quanto, ma sicuramente le tariffe aumenterebbero.
Ora la Regione fa capire di voler conquistare un maggiore peso nella gestione del servizio idrico proprio quando la discussione sulla privatizzazione entra nel vivo. C’è una legge nazionale, la 166/2009, che prevede per le gestioni in house la possibilità di prosecuzione del servizio a patto che entro la fine del 2011 sia ceduto il 40% del capitale azionario a un privato che diventerebbe azionista di riferimento (con possibilità di ottenere la maggioranza rastrellando un ulteriore pacchetto di quote). Su questa partita, sinora la Regione non si è pronunciata. Allo stato attuale, se alla fine del 2010 non avvenisse la ricapitalizzazione, Abbanoa fallirebbe e finirebbe sul mercato a prezzi di svendita. Ma c’è anche un altro aspetto da chiarire: la Regione dice che i 317 milioni di fondi europei 2000-2006, destinati a interventi strutturali, devono essere utilizzati entro l’anno. Altrimenti Abbanoa (che per colpa delle reti colabrodo lascia per strada il 40 per cento dell’acqua) rischierebbe di perderli. Dopo il tira e molla improduttivo con l’Ato, a occuparsi dei fondi sarebbero il comitato di gestione e il nuovo amministratore delegato. La paura dei sindaci è che tutto questo sia il preludio dei nuovi scenari immaginati dalla Regione, cioè una gestione pubblico-privata del servizio e l’estromissione dei comuni che però, beffa delle beffe, tra pochi mesi potrebbero essere richiamati al proprio ruolo di azionisti: Abbanoa è in perdita? Allora tutti dovete pagare.