Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Crolla il costone, salvi per miracolo

Fonte: L'Unione Sarda
19 luglio 2010

Calamosca. I massi hanno seppellito i loro teli da mare. La caletta è stata chiusa

Due giovani di Sant'Elia erano appena andati a fare il bagno
Il 12 giugno c'era stato un altro smottamento e la zona era stata chiusa con il nastro bianco e rosso da polizia municipale e pompieri.
Il tuffo nel mare cristallino di Calamosca alle 14,30 probabilmente gli ha salvato la vita, certamente gli ha evitato contusioni e traumi. Due giovani di Sant'Elia erano in acqua quando una parte del costone è crollato seppellendo asciugamani, zainetti e infradito dei ragazzi. Il rumore ha attirato l'attenzione dei bagnanti che ieri pomeriggio affollavano la caletta sotto il faro e la vicina spiaggia. L'allarme è stato immediato. Sul posto sono intervenuti polizia municipale, vigili del fuoco e capitaneria.
MIRACOLATI «Erano in mare, altrimenti sarebbero rimasti sepolti anche loro». Due giovani e una ragazza, abbronzatissimi, un'ora dopo il crollo sono sdraiati sugli scogli a poca distanza dalla zona transennata da vigili urbani e pompieri. «Quei due ragazzini devono ringraziare. Ma al loro posto ci sarebbe potuto essere chiunque. Questo è un paradiso frequentato soprattutto da residenti del quartiere di Sant'Elia. Ogni giorno c'è la caccia per accaparrarsi i posti migliori». Sono stati i vigili del fuoco a spostare i massi e recuperare teli da mare, zaini e ciabattine dei due giovani che poi hanno deciso di cambiare zona, in un tratto di spiaggia più sicuro.
IL NASTRO Vigili del fuoco e agenti della municipale si sono messi all'opera posizionando il nastro bianco e rosso tra gli scogli, proprio sotto il costone franato anche un mese fa. «Forse vogliono che ci scappi il morto», commenta un uomo di mezza età mentre passeggia accanto alle transenne sistemate nella parte alta.
IL PRECEDENTE Il 12 giugno uno smottamento aveva costretto gli agenti della polizia municipale a evacuare la caletta sotto il faro. Un provvedimento necessario dopo che un bagnante aveva dato l'allarme, avendo notato il crollo di qualche sasso finito sulla scogliera. Anche in quell'occasione i vigili del fuoco avevano circondato il costone con il nastro. Per evitare l'accesso di auto e moto alla stradina bianca che porta alla caletta, erano state piazzate delle transenne. Dopo qualche giorno erano già state rimosse, così sono state piantate a terra per impedire nuove rimozioni.
IL DIVIETO Eppure le splendide rientranze di Calamosca non potrebbero essere frequentate dai bagnanti. Dal 1987 esiste un divieto di balneazione che tocca, oltre a questa zona, Cala Fighera e Sella del Diavolo. Un provvedimento arrivato dopo una tragedia: un pezzo della Sella franò e travolse un uomo che stava passeggiando sulla scogliera. Il sindaco di allora firmò un'ordinanza per evitare altri incidenti.
MATTEO VERCELLI

19/07/2010