Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Civitavecchia sempre più lontana

Fonte: La Nuova Sardegna
16 luglio 2010



In un anno il traghetto da e per Cagliari non è mai arrivato in orario


TRASPORTI Calo verticale del traffico passeggeri e merci cittadini e imprese optano per gli scali del nord

ALESSANDRA SALLEMI

CAGLIARI. Sotto un sole feroce mercoledì si accettavano scommesse nel calcolare il ritardo della Nomentana, nave carretta schierata senza vergogna dalla compagnia di Stato Tirrenia. Ma avevano ragione i conoscitori veri: è puntualissima, la Tirrenia, se c’è da far ritardo.
Come qualcuno sconsolato aveva annunciato, la nave non sarebbe arrivata prima di mezzogiorno e mezza e così è stato. In Capitaneria di porto, martedì, l’orario di arrivo della Nomentana che il mercoledì non fa soste ad Arbatax era segnato per le nove, nove e trenta «circa». Il giorno dopo parenti e amici dei passeggeri hanno compreso il significato del «circa»: la carretta è arrivata tre ore dopo. La rotta Cagliari-Civitavecchia, anche se il traghetto tira dritto, si fa ormai sempre solo in diciotto ore di navigazione. Ecco che nell’attesa venivano in mente le cronache: Cagliari è il porto sardo che in dieci anni ha perduto traffico riducendo a un terzo la quantità di passeggeri delle navi di linea. «Navi» è un plurale improprio perché le barche sono sempre le stesse e la compagnia è solo una. «Il porto di Cagliari non è competitivo», altra frase pescata nella memoria delle cronache a proposito del traffico passeggeri, ma anche, forse soprattutto, di quello merci. La storia che Cagliari è più lontana dalla penisola di Olbia e di Porto Torres non basta da sola a spiegare il calo. Può valere per i passeggeri, ma non per le merci. Una nave in marcia è un risparmio di costi e di rischi ambientali, meglio una tratta più lunga in nave che un trasporto via terra. Per i passeggeri è diverso: conta molto il numero di ore di una traversata, ma mercoledì, sotto il solleone, si parlava senza ironia dei bei tempi in cui si partiva da Cagliari alle 18 (in punto) e si scorgeva il porto di Civitavecchia alle 7 del mattino successivo.
L’imponente calo di traffico su Cagliari è un fatto noto e un monitoraggio dell’autorità portuale ha rivelato che, da un anno a questa parte, la nave Tirrenia da Civitavecchia non è arrivata un giorno in orario. Il presidente della giunta regionale Ugo Cappellacci ha ricevuto in questi giorni un dossier in cui si documenta il disservizio permanente. Il punto è: in via astratta, il porto di Cagliari forse non ha bisogno di questo traffico passeggeri e forse neppure delle merci per tornare a essere uno scalo interessante, varie scelte alternative sono state compiute, ma è il sistema economico della Sardegna meridionale che, stando agli esperti, sta pagando la mancanza di competività dell’unico scalo del sud Sardegna. Il 65 per cento delle produzioni sarde avviene qui, ma le merci per essere spedite vanno a Nord e ci arrivano dopo 300 chilometri. Nel dossier destinato alla giunta regionale ci sono due valutazioni di sicuro interesse. Una riguarda gli incidenti sulla 131 causati dalla presenza costante di mezzi pesanti e un’altra l’inquinamento ambientale prodotto dal viavai di camion, tir ecc. Togliendo di mezzo tutto questo i numeri di morti e feriti cambierebbero in modo sostanziale, così i dati dell’inquinamento. A Cagliari non c’è competizione tra mezzi: alle altre compagnie non conviene venire in un porto dove c’è la tartaruga Tirrenia perché passeggeri e imprenditori ormai hanno già scelto Olbia e Porto Torres, ma se ci fosse un’alzata di orgoglio e qualcuno venisse, Tirrenia potrebbe ancora spuntarla perché, grazie a bilanci ripianati ogni anno dallo Stato, sarebbe in grado di stracciare i prezzi. Sempre nel monitoraggio spiccano tre pomeriggi in cui il traghetto doveva partire in ritardo e per ore i passeggeri sono stati lasciati davanti ai portelloni chiusi senza assistenza (tipo un bicchiere d’acqua) e senza uno straccio di informazione.