Rassegna Stampa

Il Sardegna

Settemila caffè a tutta birra

Fonte: Il Sardegna
15 luglio 2010

Tre giorni col Mondo Ichnusa

Domani al Poetto una miscela di blues e pop con Alex Britti: «Gli artisti “impegnati”? A volte tentano il colpaccio, non riescono e si rimettono la giacca». di Stefano Ambu

Altro che Settemila caffè, Britti a Cagliari è una questione di birra. Il cantante di Solo una volta sarà al Poetto come headliner della prima serata di Mondo Ichnusa, il festival in riva al mare ormai alla terza edizione. Dopo di lui ci saranno sabato Neffa e domenica Irene Grandi. Prima dei big sul palco gruppi della scena sarda e nazionale come Nielsa, Zaman, Balentes, Marracash, Club Dogo e Naif. Il primo è Britti. Nero a metà, A me me piace 'o blues. Non è Pino Daniele, ma il concetto è lo stesso: il musicista romano, un po' anche come Paul Weller- Cappuccino kid, è uno che conosce le radici black della musica, ma sa anche fare canzoni pop. E il bello è che alla fine Britti, Daniele e Weller riescono, mescolando gli stessi ingredienti, anche a essere tre cose completamente diverse.

«SÌ- SPIEGA BRITTI- mi dicevano: tu che suoni blues, fai anche queste canzoni. E io gli rispondevo: sì, vieni a farle tu queste canzoni, voglio vedere se ci riesci. Il mondo della musica è pieno di “impegnati” che hanno tentato il colpaccio. E, non essendoci riusciti, si sono rimessi la giacca e sono tornati a fare gli “impegnati”». Blues e pop senza frontiere. La colla si chiama semplicità. Anche per fare una canzone che rimane in testa. «Cerco sempre di essere diretto- spiega- nella musica, comenei sentimenti. Inutile riempire le canzoni di cose che non si sentono. Poi alla fine chi ascolta se ne accorge». Era dicembre, 15 anni fa: le sue canzoni a memoria, al Jazzino di Cagliari, non le conosceva quasi nessuno. Però mi piac(e), avrà pensato qualcuno: un'anima black che cercava di rendere più “italiana” quella musica che l'aveva portato a essere uno dei più richiesti e apprezzati del giro nazionale. Tre anni dopo, però, il suo pezzo, Solo una volta (o tutta la vita), lo conoscevano quasi tutti. Dal 1995 le cose sono cambiate: «Me lo ricordo il Jazzino- va indietro nel tempo Britti- c'era un bel clima: si suonava bene. Lo stesso a Sassari. La Sardegna? Per me era un posto dove si andava a fare concerti: il primo bagno al mare l'ho fatto soltanto da poco». Gelido? No molto caldo: «Sul palco vale la stessa regola- dice Britti- io e la mia band ci divertiamo e speriamo così di far divertire la gente. Non c'è una scaletta fissa, così come non c'è un pezzo che va fatto ogni volta allastessa maniera». Più fresco di tanti giovani che si vedono in tv. Sì, ma i giovani dove sono? «Non vorrei fare il “vecchio- dice Britti- ma nella musica, ma anche nel calcio, mi sembra che oggi ci sia, più che fame di suonare o di giocare, voglia di conquistare il tavolino Vip in discoteca ». Un grande a cui affidare la musica di un proprio testo: «Sting, dai Police alla carriera solista. Quando l'ho visto dal vivo, ero un ragazzino, ai tempi di Synchronicity non credevo ai miei occhi. Fantastico».¦