Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Nuovi baretti, sì alla ristorazione

Fonte: L'Unione Sarda
12 luglio 2010

Ecco che cosa cambierà con le nuove linee guida del Piano di utilizzo dei litorali approvate dalla Giunta regionale

Concessioni più lunghe. I gestori: finalmente chiarezza

 La svolta è stata possibile soprattutto grazie a un elemento decisivo: la classificazione del Poetto come spiaggia urbana. In precedenza era assimilata a tutti gli altri litorali

. Sino al 30 giugno i titolari dei baretti avevano poche certezze. Tre su tutte: le nuove strutture dovevano essere montate a maggio e smontate a settembre, la concessione demaniale doveva essere richiesta ogni anno senza garanzia di rinnovo e non potevano fare ristorazione.
Dal primo luglio non potranno dire di avere certezze assolute, ma di certo le loro prospettive cambiano: le strutture potranno aprire, come oggi, tutto l'anno, le concessioni saranno commisurate all'investimento effettuato, non ci sarà preclusione alla ristorazione.
Le novità sono contenute nelle “Linee guida per la predisposizione dei Piani di utilizzo dei litorali” approvate dalla Giunta regionale il primo luglio scorso. Linee guida che dovrebbero mettere fine all'incertezza normativa che ha fatto sì che dal 1986, anno di demolizione dei casotti, il litorale cagliaritano non abbia avuto un quadro normativo certo dentro il quale svilupparsi. Non a caso i gestori dei baretti, sorti proprio in quegli anni in sostituzione dei casotti, hanno adeguato spazi e attività «alle esigenze dei cagliaritani» in assenza di concessioni edilizie (mai rilasciate) commettendo gli abusi che li obbligheranno, a fine estate, a demolire i manufatti e ricostruirli secondo nuovi criteri.
LE NOVITÀ La svolta è stata possibile soprattutto grazie a un elemento decisivo: la classificazione del Poetto come spiaggia urbana. Secondo le norme in vigore in precedenza, emanate della Giunta Soru, tutti i litorali dovevano sottostare alle stesse regole: nessuna differenza tra la spiaggia di Costa Rey e quella del Poetto, che pure è un quartiere della città. Ecco perché tutto doveva essere provvisorio. «Ora grazie alla concertazione tra Regione e Conferenza degli enti locali, è stato licenziato un provvedimento che riconosce le specificità delle spiagge urbane, riconosce la legittimità di molte richieste degli operatori e dà ai Comuni ampi margini di manovra», commenta Massimiliano Tavolacci, presidente della commissione urbanistica del Consiglio comunale.
CHE COSA CAMBIA Una novità importante riguarda l'ampiezza delle concessioni. Le linee guida non dicono, come oggi, se un baretto deve avere 332 metri di concessione di cui 50 di manufatto, ma solo che il Comune può concedere aree sino al 25% della superficie totale dell'arenile. Considerato che la spiaggia del Poetto è ampia 40 ettari, che 14 sono occupati dagli stabilimenti civili e militari e uno dal vecchio ospedale Marino, rimarrebbero da concedere 6,25 ettari, cioè il 25% di 25. Che divisi tra gli attuali venti concessionari farebbe poco più di 300 metri a testa, più o meno come ora. Ma secondo alcuni potrebbe arrivare a 5000. Quanto alla tipologia dei manufatti, non si fa riferimento ai vecchi casotti, come in precedenza, ma all'armonia con il contesto. Si chiarisce solo che l'altezza non deve essere superiore ai quattro metri e mezzo e che i colori devono essere «tenui».
Sergio Mascia, presidente della Poetto service, la cooperativa che riunisce 12 dei 20 chioschi del litorale, auspica che il Comune sposi l'architettura dei chioschi che saranno ricostruiti dopo l'estate. «Perché altrimenti dovremmo demolirli di nuovo tra un anno». E non è il massimo, considerato che ogni gestore investirà mediamente 150 mila euro.
CONCESSIONI Un'altra novità riguarda il luogo della concessione. Secondo la vecchia norma il proprietario di un baretto che avesse rinnovato la concessione avrebbe dovuto spostare la sua attività. «Questa delibera dice ai Comuni di tenere conto delle vecchie concessioni, come chiedevamo», commenta Mascia. «Un altro elemento positivo è che si fa chiarezza sulle competenze: prima, secondo l'interpretazione del Comune, era sufficiente approvare il Pul in Consiglio comunale senza passare poi per la Regione, ora si chiarisce che prima dell'entrata in vigore ci deve essere l'autorizzazione di viale Trento». Questo pasticcio, per capire, è quello che ha fatto sì che la Regione rilasciasse nuove concessioni edilizie ad alcuni chioschi (l'Emerson ad esempio) mentre tutti gli altri, che le chiedevano, non le hanno ottenute dal Comune col risultato che sono abusivi e devono demolire.
IL PERCORSO Che cosa accadrà ora? Il Comune, che solo sei mesi fa ha approvato il Piano di utilizzo del litorale sulla base dei vecchi criteri, dovrà approvare un nuovo Pul. Gli uffici dell'assessorato all'Urbanistica dovranno redigere la nuova norma (sulla base delle nuove linee guida) che deve poi essere approvata in Giunta, in Commissione urbanistica, in Consiglio comunale e infine passare al vaglio della Regione. «Spero che già nella prossima stagione si sia ricostruito tutto», auspica Tavolacci. Ipotesi ottimistica. A meno che, considerato che l'anno prossimo si voterà per il nuovo sindaco, la maggioranza non abbia uno scatto d'orgoglio e produca il miracolo regalando alla città sia il Pul che il nuovo lungomare, pianificato nel 2001, finanziato e bloccato da nove anni.
FABIO MANCA

11/07/2010