Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Ambiente, la Provincia taglia i servizi

Fonte: L'Unione Sarda
5 luglio 2010

L'amministrazione guidata da Milia: non è di nostra competenza, spetta a Comuni e Asl

A Cagliari e hinterland bloccate le attività di derattizzazione
La Provincia non garantisce più il servizio di derattizzazione: «Non è di nostra competenza, spetta ai Comuni oppure alle Asl».
La Provincia ha smesso di dare la caccia ai topi. Con una decisione a sorpresa già da un mese sono state interrotte tutte le derattizzazioni, nelle strade, nelle scuole o negli ospedali. «Non è una nostra competenza, fino ad ora abbiamo fatto un favore all'Asl», sostengono dagli uffici in viale Ciusa , ma anche l'azienda sanitaria declina ogni responsabilità: «A noi spetta solo la vigilanza sulle derattizzazioni». E così adesso la patata bollente passa nelle mani dei Comuni che dovrebbero reperire fondi e personale per garantire il servizio ma che mettono le mani avanti perché, «non siamo attrezzati».
NUOVE NORME A indurre la Provincia a fare marcia indietro sono state le nuove disposizioni che prevedono metodi di cattura più complicati e costosi: non si possono più utilizzare infatti le semplici esche ma piccoli contenitori in acciaio zincato da sistemare nelle zone a rischio con grande cautela.
«La nostra competenza riguarda la lotta agli insetti nocivi per le persone, gli animali e le piante», spiega il dirigente del settore provinciale disinfestazioni Alessandro Sanna, «i Comuni devo attivarsi per garantire il servizio o rivolgendosi a ditte private o all'Asl, ma non a noi. Già a marzo abbiamo scritto ai Comuni per far presente la situazione ma non abbiamo avuto nessuna risposta. Il primo giugno ci siamo comunque fermati».
Che siano i Comuni a dover assicurare la caccia ai topi lo ribadiscono anche dagli uffici dell'Asl dove sostengono che «le nostre competenze non vanno al di là della vigilanza igienico sanitaria sulle disinfestazioni. Ogni Comune dovrà organizzarsi per il territorio di propria competenza».
GLI ENTI LOCALI La notizia è stata accolta dai Comuni della provincia come una doccia fredda, per via dei problemi legati non solo alle esigenze di reperire fondi ma anche di trovare personale qualificato a piazzare le esche. «È un argomento di cui dovremo discutere per bene con tutti gli enti coinvolti», sostiene il sindaco di Cagliari, Emilio Floris, «perché bisognerà capire con quali risorse il Comune dovrà garantire il servizio».
Preoccupazione anche negli atri Comuni intorno al capoluogo. A Quartu l'assessore alle Politiche ambientali Fortunato di Cesare rileva che «è un servizio che non era previsto, perché se n'è sempre occupata la Provincia e quindi non era stata destinata alcuna risorsa. È un problema che bisognerà risolvere». Dello stesso avviso anche il sindaco di Monserrato Marco Sini. «Provincia e Asl non ci possono scaricare questa patata bollente. È un'altra tegola che si abbatte sui Comuni che devono fare i conti con risorse risicate e poco personale».
GIORGIA DAGA

05/07/2010