Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Crociere, una miniera poco sfruttata

Fonte: L'Unione Sarda
5 luglio 2010

Il raffronto tra Cagliari e le altre città del Mediterraneo dove approdano i giganti del mare

Confcommercio: ecco come moltiplicare i benefici per la città
Il mercato croceristico vale per Cagliari fra 3,5 e 4 milioni di euro all'anno. Ma potrebbe rendere l'80% in più.
Premessa: in città - lo ha annunciato l'Autorità portuale - quest'anno dalle 76 navi che attraccheranno al porto sbarcheranno 150 mila croceristi. Più o meno la metà sceglierà un'escursione in località rinomate - Chia, Nora, Barumini, Villasimius - gli altri gireranno per il centro con una guida o, quasi tutti, per conto loro. Staranno a terra da due a sei ore, acquisteranno gioielli (69,7%), abiti (36,8%), cibo e bevande e souvenir, visiteranno i musei e spenderanno tra 40 e 50 euro, come attesta il rapporto presentato dall'Authority.
QUATTRO MILIONI ALL'ANNO Significa che il mercato croceristico oggi vale per Cagliari, in termini economici, fra 3,5 e 4 milioni di euro all'anno. Ma potrebbe rendere dal 50 all'80% in più. Come? Si possono promuovere meglio le aziende locali, devono migliorare gli orari di apertura dei negozi (chiusi il lunedì mattina quando arrivano alcune navi da crociera e all'ora di pranzo, quando il venerdì e la domenica sbarcano frotte di turisti) e, soprattutto, si può creare il desiderio di tornare.
MERCATO IN CRESCITA Non a caso il mercato crocieristico da cinque anni aumenta alla media del 18-20% all'anno ed è ambìto da tutte le più importanti città costiere del Mediterraneo. Pronte a investire per accogliere i giganti del mare che le grandi compagnie continuano a varare al ritmo di una-due all'anno con investimenti superiori al miliardo di euro per nave. Ed è per questo che Civitavecchia, Venezia, Bari, Savona, ma anche Barcellona, Palma di Maiorca e perfino la dinamica (turisticamente) Tunisi costruiscono terminal crociere collegate alle navi con i finger , negozi, agenzie di trasporto e uffici turistici, incrementano il sistema di trasporto locale, danno lavoro a hostess, guardie giurate, adeguano le attività commerciali. Si crea una nuova offerta, insomma. Che a Cagliari, nonostante si sappia tutto delle abitudini dei croceristi, manca.
Il Comune, la Provincia e la Confcommercio da tempo accolgono degnamente i croceristi sottobordo: balli sardi, gazebo con prodotti locali e brochure. Infatti il sondaggio dell'Autorità portuale rivela che sette su dieci apprezzano l'accoglienza.
LE INIZIATIVE UTILI Il problema è che i negozi spesso sono chiusi all'ora di pranzo (una delle lamentele dei croceristi) e pochi commercianti parlano le lingue. Inoltre mancano iniziative che orientino i croceristi mentre sono in nave. Altrove succede. La Costa, ad esempio, il giorno prima di ogni sosta fa trovare in cabina una brochure con la pianta della città dove si sbarca e informazioni utili, compresi suggerimenti commerciali. Questo consente di organizzare meglio il tour, considerato il poco tempo a disposizione. «I croceristi sono il mezzo pubblicitario più importante al mondo, ma è possibile che la Regione non abbia preparato un cd sull'Isola e sulla città?», si è chiesto Paolo Fadda, presidente dell'Autorità portuale. Una falla da colmare, certamente.
TURISMO DI RITORNO Ma le iniziative pubbliche, come dimostrano molte città in concorrenza con Cagliari, sono meno importanti di quelle private. «Il nostro obiettivo è di generare un turismo di ritorno», spiega Giuseppe Scura, direttore della Confcommercio cagliaritana. Come? «Attivando varie sinergie, distribuendo materiale pubblicitario di imprenditori, artigiani e commercianti, facendo conoscere le rotte aeree verso la città che molti non conoscono. Conosciamo benissimo le abitudini dei croceristi, vogliamo fare in modo di far trovare loro le cose che cercano nel breve tempo che stanno in città e predisporli per una visita futura».
COMMERCIANTI SORDI Il problema, ammette Scura, è che non tutti rispondono alle sollecitazioni. «Abbiamo sperimentato nelle scorse settimane iniziative sottobordo ed abbiamo chiesto all'autorità portuale di concederci stabilmente gli spazi sotto i gazebo e agli associati di darci il loro materiale: non tutti l'hanno fatto». Ora pensano di fare una brochure unica. Un'iniziativa utile, che non ha uguali nelle altre città toccate dalle più diffuse rotte del Mediterraneo, è stata la promozione dei Quality restaurants. Ai croceristi viene fornito un elenco di ristoranti cittadini garantiti da Confcommercio. «Per noi può essere un valore aggiunto», sottolinea Scura. Ed ha ragione. Perché da un lato è vero che in crociera si mangia ad ogni ora, ma non il porchetto, la bottarga e il pesce arrosto. Così il fatturato di commercianti e ristoratori può crescere.
FABIO MANCA

05/07/2010