Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Campi abusivi, tolleranza zero al Poetto

Fonte: L'Unione Sarda
2 luglio 2010


Gli impianti di beach tennis nel mirino di Vigili e Capitaneria

Martedì scorso il blitz di Capitaneria di porto e Polizia municipale: individuati circa trenta campi abusivi in tutto il litorale.
Negli ultimi due anni sono spuntati come funghi sulla sabbia grigia del Poetto: decine di campi di beach volley e beach tennis, dalla prima fermata fino al Margine rosso, che hanno trasformato la spiaggia in una palestra en plein air . Abusiva, secondo il corpo di polizia municipale e la Capitaneria di porto di Cagliari, che martedì scorso hanno percorso avanti e indietro il litorale alla ricerca di questi piccoli impianti sportivi all'ombra della Sella del Diavolo. I vigili urbani ne hanno contato circa trenta. Quasi nessuno, però, è accompagnato da una regolare autorizzazione per l'occupazione del demanio. Dunque nei prossimi giorni si passerà alla fase due: i pali verranno smontati e le reti arrotolate.
I CONTROLLI Per ora, spiega Mario Delogu, comandante del corpo di polizia municipale, nessuna denuncia: «Non abbiamo identificato nessuno, anche perché l'installazione dei campi di beach tennis risale a qualche tempo fa. Dopo le verifiche con l'ufficio del Patrimonio, interverremo per eliminare quelli abusivi». Cioè quasi tutti. Sicuramente quelli di fronte all'ospedale Marino, poi gli altri di cui verrà accertata l'irregolarità.
LA CAPITANERIA Il blitz dell'altro giorno però potrebbe avere una seconda puntata: l'intervento rientra anche nelle attività del programma “Mare sicuro” (iniziato il 5 giugno), che la Capitaneria terminerà a metà settembre. E nel mirino della Guardia costiera potrebbero finire altri abusi, come l'ampliamento non autorizzato delle concessioni demaniali.
GLI STABILIMENTI Ma dietro l'intervento di martedì ci sarebbe anche un fuoco di esposti incrociati, firmati da titolari di stabilimenti e chioschetti, che avrebbero denunciato l'occupazione non autorizzata del litorale da parte dei “vicini” di concessione. Su questo punto Alberto Bertolotti, presidente del Sib (sindacato imprenditori balneari), è chiaro: «Le regole sono uguali per tutti. Noi siamo per una gestione legalitaria del demanio, quindi qualsiasi abuso va punito. Se tra chi ha installato le reti c'è qualche nostro associato, verrà richiamato all'ordine».
MICHELE RUFFI

02/07/2010

La federazione Il consigliere Fit Mauro Pompei
«È una vera ingiustizia, vogliamo solo allenarci»


Mauro Pompei ha il paragone facile: «In Emilia Romagna hanno 3000 campi di questo tipo. E sulle spiagge laziali e toscane ci sono centinaia di impianti. A Cagliari esistono solo pochi rettangoli al Poetto e tra un po' non ci saranno più neanche quelli». Consigliere nazionale della Fit e fiduciario per il Beach tennis, è ovviamente preoccupato per il blitz di martedì scorso, anche perché è cosciente delle possibili conseguenze: «Rischiamo di rimanere senza campi dove poter giocare. La federazione conta 230 iscritti in questa specialità, 180 abitano nel capoluogo. È la prima volta che accade questo, in tanti anni di attività. La spiaggia ha molti problemi, ad esempio le auto che parcheggiano sulla sabbia e tante altre cose. Perché i vigili urbani se la prendono con noi? Vogliamo solo fare sport».
LA BUROCRAZIA Dei circa trenta campi installati sulla sabbia del Poetto però, nessuno sarebbe regolare. Anche perché, spiegano i beach-tennisti , la burocrazia non viene certo incontro a racchette e palline: «Per qualsiasi manifestazione più lunga di due giorni, serve una polizza fideiussoria, simile a quella richiesta per i concerti sulla spiaggia. Bisogna garantire un'assicurazione di 3 milioni per possibili danni ambientali. Un contratto di questo tipo costa 20 mila euro», dice Pompei. Non solo: «Per ottenere le autorizzazioni bisogna dividersi tra uffici di Demanio, Capitaneria, Comune e Regione. Tutto questo per due pali e una rete. Siamo gli unici in Italia ad avere una normativa così complicata».
I CAMPI Ecco perché, tornei a parte (lo scorso anno a Cagliari è stata organizzata una tappa dei campionati italiani e europei) il beach tennis è confinato a pochi campi temporanei (e abusivi). D'inverno si gioca al Lido, d'estate nelle vicinanze dei chioschi Lanterna rossa e Dolce vita. «Ma in realtà non c'è una struttura sportiva fissa per il beach tennis. Se quelle realizzate dagli sportivi verranno eliminate, centinaia di giocatori non sapranno dove allenarsi». ( m.r. )

02/07/2010