Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Sant’Efisio, il business della tradizione

Fonte: La Nuova Sardegna
24 aprile 2008

CAGLIARI. Non avrà la potenza attrattiva di san Francesco, che ogni giorno rinnova per l’Umbria un miracolo economico e religioso, ma nel suo piccolo anche sant’Efisio fa di tutto per esaudire qualche grazia material-turistica oltre che propriamente spirituale. Il nostro “martiri gloriosu” vorrebbe fare di più, ma bisognerebbe metterlo nelle condizioni di ripetersi. Ogni anno le sue cinquecentomila persone, italiane e straniere, il santo di Stampace riesce a portarle a casa, qualche volta anche ospiti illustri: ministri e cardinali, sottosegretari di stato e ambasciatori. Gente che pubblicizza la processione di maggio solo con il passaparola - «È uno spettacolo da non perdere» - che vale più di molti passaggi televisivi. Da tre anni Regione, Provincia e Comune si sono messi insieme per lanciare nel mondo l’immagine della Sardegna che, per calendimaggio, mette in campo il meglio del suo repertorio culturale: i costumi, le tradizioni, la religiosità popolare, la storia e l’arte. Un meraviglioso ponte vacanziero fitto di spettacoli e manifestazioni. In una settimana - dal 28 aprile al 4 maggio - ci saranno ben 95 occasioni per “andar per Cagliari”, sebbene le novità complessive saranno solo una ventina, il resto - mostre, rassegne e collezioni - sono fruibili per gran parte dell’anno. Santo solo per un giorno. Un miracolo “una tantum” serve, ma non incide, non lascia un solco profondo nel tessuto locale. Dopo il 4 maggio, spente le luci della processione notturna, e smontate le tribune, di sant’Efisio neppure l’ombra. Solo i confratelli dell’arciconfraternita proseguiranno fino al 25 maggio rosari e novene, con richiami nel resto dell’anno. Gli altri cagliaritani rimandano tutto, con un beneagurante “atrus annus”, alla futura edizione. Nella città turistica, invece, è richiesta continuità del culto, centralità e visitabilità del santuario nella vita cagliaritana. Caratteristiche quasi impalpabili nella devozione pubblica “efisiana”. Il turismo religioso. Se ha come meta la basilica di Bonaria, spesso ignora la visita alla chiesetta del santo. I visitatori del centro storico, di Castello in particolare, raramente scoprono anche il carcere e la chiesa del martire di Nora. E quando vi arrivano non trovano un percorso museale in grado di far conoscere il santo e mostrare i segni, molti, della venerazione dei cagliaritani. La centralità di “Efis martiri” dev’essere, a questo punto, un obiettivo e per raggiungerlo va accompagnato necessariamente alla sistemazione di Stampace alto: strade, case, locali pubblici. Una “bomboniera” urbanistica per un santo “poderosu”. Una processione regionale. La festa di sant’Efisio dovrebbe essere ancor più rappresentativa del mondo sardo. Solo 64 comuni, poco più di un quinto del totale, sfileranno il primo maggio. L’Ogliastra sarà rappresentata soltanto da Atzara, la provincia Gallurese da Monti e Olbia; quella di Sassari da appena cinque comuni, il Medio Campidano da soli quattro. Oltre i tremila figuranti non è possibile andare, recplicano gli organizzatori. Vero, ma basta ridurre le rappresentanze dei singoli gruppi e aumentare il numero dei paesi invitati. I conti e i tempi potrebbero rimanere inalterati.