Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Il viaggio di un maestro A Cagliari si inaugura il «Cantiere Zavattini»

Fonte: La Nuova Sardegna
25 giugno 2010

VENERDÌ, 25 GIUGNO 2010

Pagina 42 - Inserto Estate



In una mostra fotografica il percorso di uno dei più grandi artisti del Novecento italiano

GIANNI OLLA

CAGLIARI. «Cantiere Zavattini». Stasera, alle 19, nell’antico Palazzo di città, il bellissimo ex municipio settecentesco cagliaritano di fronte alla cattedrale sarà inugurata una mostra fotografica che ricostruisce il percorso di uno dei più grandi artisti-intellettuali italiani del Novecento. Il titolo della mostra allude al multiforme ingegno dello sceneggiatore-scrittore-regista-pittore-poeta-polemista (ed altro) e, contemporaneamente, alla necessità di lavorare ancora (cioè di tenere aperto il cantiere) sulla sua sterminata bibliofilmografia.
Cesare Zavattini da Luzzara, paese del reggiano, era nato nel 1902 ed è morto nell’ottobre del 1989, appena vent’anni fa. La mostra è organizzata dall’assesorato comunale alla Cultura, dalla Federazione Italiana circoli del cinema (di cui Zavattini fu presidente), dalla Società Umanitaria, e curata da Orio Caldiron e Matilde Hochkofler. Si snoda tra le stanze del Palazzo di città come un come percorso biografico attraverso manifesti, fotografie (anche rare, proveniente dal figlio Arturo e dall’Archivio Zavattini), fumetti (grande passione segreta, ma non troppo) di un uomo che pur essendo sicuramente un artista in anticipo sui tempi (prima, durante e dopo la guerra), detestava la parola avanguardia e preferiva l’idea di una popolarità che facesse crescere la cultura tra la gente comune.
Zavattini si era affermato, negli anni Trenta, alla Rizzoli, passando dal mestiere di correttore di bozze a quello di direttore editoriale dei periodici della casa editrice milanese, prima di essere assunto alla Mondadori, gestendo così anche le versioni italiane dei fumetti disneyani. Il passaggio dalle scrivanie dei travet della scrittura alle stanze del potere, avviene dopo la pubblicazione del suo primo romanzo (ma il termine è improprio), «Parliamo tanto di me», che ebbe un grande e imprevisto successo. Nel frattempo maturava, come una nuova eruzione creativa, la sua nuova (o forse vecchissima) passione, il cinema. Nasceva all’insegna della leggerezza (Zavattini vide Fregoli a teatro e, successivamente, il suo idolo divenne Charlot) e di un sotterraneo umanesimo incline al pessimismo. Con questo bagaglio, attinto anche alla passione per il cinema popolare americano, Zavattini esordisce come sceneggiatore per Camerini («Darò un milione») e dal 1934 alla sua morte, attraversa il cinema italiano, lasciando la sua impronta nel cinema d’autore ma anche nei generi popolari. Se infatti, la sua popolarità è legata al neorealismo, di cui fu inventore ma anche principale teorizzatore, non si può dimenticare che, oltre a «Sciuscià», «Ladri di biciclette», «Miracolo a Milano» e «Umberto D.» - certo i suoi capolavori, tutti firmati da De Sica, il suo regista di riferimento - i film che portano la sua firma ufficiale sono 65. Ma in questo numero non sono comprese le collaborazioni, piccole o grandi che fossero, per altre pellicole, gli apporti radiofonici e televisivi (sua la sceneggiatura del celebre «Ligabue» di Nocita), nonché i documentari d’arte (per Emmer, ad esempio) e persino una regia, «La veritàààà», che venne prodotta nel 1981: una sorta di favola nuovamente legata ai paradossi dell’intellettuale che, gramscianamente, credeva nell’ottimismo della volontà e nel pessimismo della ragione.
Di questa sua attività trasversale dà conto anche una rassegna cinetelevisiva - organizzata in collaborazione con la Cineteca nazionale - che presenterà dieci titoli, a partire da martedì 29 giugno. L’apertura è prevista, alle ore 21.30, al Teatro Civico di Castello (a due passi dalla sede della mostra) con «I bambini ci guardano» di Vittorio De Sica.
Gli altri film in programma in quella sede saranno «Il cappotto» di Lattuada (6 luglio); «L’amore in città» di Antonioni, Fellini, Lattuada, Lizzani, Maselli, Risi (20 luglio); «L’oro di Napoli» (27 luglio) e «Il boom» di Vittorio De Sica (3 agosto).
Nella sede della Cineteca, in viale Trieste 126, alle ore 20.15, verranno invece presentati «La veritàààà» (2 luglio); «Cesare Zavattini», un documentario di Carlo Lizzani (8 luglio); «Ladri di biciclette» (9 luglio); «Cinquanta righe», ovvero la televisione di Za, curata da Ciro Giorgini (13 luglio) ed infine, il 14 luglio, il celebre documentario collettivo, ideato da Cesare Zavattini, «I misteri di Roma», a cui collaborarono i maggiori documentaristi italiani dell’epoca.