Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Tassa sulle tende dei negozi: scoppia la rivolta

Fonte: L'Unione Sarda
21 giugno 2010

Protesta della Confesercenti


Il Comune rispolvera la “tassa sull'ombra” e i commercianti insorgono. Dopo essere rimasto in naftalina per circa tre anni, il balzello sulle tende parasole dei negozi viene di nuovo applicato, suscitando le proteste dei titolari degli esercizi commerciali che si son detti pronti a rimuovere le tende pur di non pagare. «Stiamo rivivendo», afferma Roberto Bolognese, presidente della Confesercenti di Cagliari, «la stessa assurda situazione di alcuni mesi fa quando fummo bersagliati da un'altra tassa insensata e iniqua, quella sulle insegne. Com'era successo allora, anche stavolta i funzionari dell'Aipa (azienda subentrata alla Gestor nell'accertamento e riscossione dei tributi pubblicitari per conto del Comune) stanno visitando le attività commerciali per misurare le tende esterne». Obiettivo? Applicare la “tassa sull'ombra”, balzello che i commercianti potrebbero dover pagare entro l'estate.
LE PROTESTE «Si tratta dell'ennesima iniziativa dell'Aipa», si lamenta Bolognese, «che, al pari della tassa sulle insegne, fa riemergere una legge introdotta dal Governo nel '72». In Italia sono numerosi i Comuni che la ignorano al fine di agevolare il commercio. «Invece da noi», riprende il presidente di Confesercenti, «il balzello andrà ad aggiungersi a un lungo elenco di imposizioni nate in tempi lontanissimi e che non fanno altro che appesantire una pressione fiscale che per la grande maggioranza delle imprese diventa ogni giorno sempre più insostenibile. Tutto ciò la dice lunga su quale sia oggi la distanza (infinita) che c'è tra la visione della pubblica amministrazione, che non capisce la situazione drammatica nella quale le imprese cercano di sopravvivere, e quella del mondo delle aziende che tutti i giorni si trova a lottare contro una burocrazia che rallenta, impedisce e ostacola qualsiasi tipo di iniziativa positiva».
I COMMERCIANTI A pensarla così sono tutti i commercianti. «Nel mio caso», commenta Emilio Di Martinis, responsabile del marchio di abbigliamento Ex Novo, «la situazione è pesante perché i nostri punti vendita sono sei: vie Garibaldi, Paoli, Dante, Is Mirrionis, più Quartu e Assemini. Sto già pagando 500 euro all'anno per le insegne e non posso permettermi di sborsare altro per le tende. Spegnerò le prime e smonterò le seconde». «Purtroppo», conclude Bolognese, «si continua ad affossare gli imprenditori che cercano di fare il loro mestiere e di scoraggiare chi si sta affacciando per la prima volta nel mondo dell'impresa». ( p. l. )

19/06/2010