Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Rifiuti pericolosi, il Noe in aeroporto

Fonte: L'Unione Sarda
18 giugno 2010

L'inchiesta. Sequestrati centinaia di documenti riguardanti i lavori: i carabinieri alla ricerca delle discariche abusive

Carotaggi sulla pista, lo scalo sarà chiuso per alcune ore?
I carabinieri del Nucleo operativo ecologico mercoledì si sono fermati negli uffici Sogaer per quasi undici ore filate: dalle 9,30 alle 20.
Undici ore di fila chiusi negli uffici della Sogaer: entrati alle 9.30 di mercoledì, gli uomini del Noe sono usciti solo alle 20 portando con loro migliaia di documenti riguardanti i lavori di realizzazione della nuova pista dell'aeroporto di Cagliari-Elmas (terminata un anno fa) e, soprattutto, le carte che dovrebbero spiegare nel dettaglio le operazioni di smaltimento dei rifiuti pericolosi derivati da quegli scavi. All'orizzonte ora si profila una possibilità clamorosa: chiudere lo scalo internazionale in determinati giorni per alcune ore, intervento necessario a portare a termine i controlli predisposti dalla magistratura.
È l'ultima tappa di un'inchiesta, quella della Procura della Repubblica, che promette a breve sviluppi importanti: il pubblico ministero Giangiacomo Pilia ha incaricato la polizia giudiziaria (i carabinieri del Nucleo operativo ecologico e la Guardia di Finanza) di effettuare consistenti prelievi di terreno all'interno dello scalo internazionale.
DISCARICHE Sono i cosiddetti “carotaggi”, piccoli cilindri di materiale estratto da alcuni metri di profondità che sarà poi analizzato per verificare l'attendibilità delle testimonianze rese alcuni mesi fa da chi aveva contribuito a realizzare le opere: gli scarti di lavorazione, avevano detto agli investigatori gli operai, erano stati disseminati in vari depositi abusivi nel Cagliaritano (e nell'Oristanese) e pure all'interno dello stesso recinto aeroportuale. Così anche l'amianto che, trovato sotto la vecchia pista, lì era stato lasciato. Tutto il materiale, invece, sarebbe dovuto essere conferito per legge in discariche autorizzate destinate ai materiali pericolosi. Un'operazione portata avanti con il solo scopo di ridurre i costi. Effettuare un certo tipo di trasporto e scaricare il tutto in spazi appositamente attrezzati costa tempo e, soprattutto, denaro. Così, individuato l'amianto, nessuno si è preso la briga di prelevarlo e seguire le procedure di legge. È rimasto dov'era e i costi si sono notevolmente ridotti.
INDAGATI Il pm va dritto per la sua strada e ha già iscritto due persone nel registro degli indagati. Si tratta di Italo Melis e Marcello Vacca, 61 e 42 anni, rispettivamente ex amministratore di fatto ed ex amministratore unico della Sarcobit. È l'azienda che, fallita lo scorso ottobre, aveva portato avanti i lavori in pista all'interno di un'associazione temporanea di imprese. Già accusati di truffa e reati societari proprio in relazione alla chiusura dell'azienda, i due ora devono rispondere anche di “aver realizzato e gestito una discarica non autorizzata di rifiuti pericolosi”. Melis, in particolare, secondo la ricostruzione degli inquirenti era il responsabile dei lavori e dunque doveva essere al corrente di quanto accadeva. La Procura sta valutando anche il ruolo ricoperto dalla Sogaer, ma nei confronti degli uomini della società di gestione al momento non c'è alcuna contestazione.
I PRELIEVI Forze dell'ordine e vertici aziendali dovranno accordarsi per stabilire i giorni e le ore di intervento: l'ideale sarebbe prelevare i campioni la notte, quando non sono previsti atterraggi e partenze. Se così non fosse possibile, il rischio è dover lavorare in pieno giorno e di conseguenza chiudere lo scalo. Non è il caso di sottolineare quale caos si creerebbe nei cieli sardi in piena stagione turistica.
ANDREA MANUNZA

18/06/2010