Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Centrosinistra 7-0, il Pdl si sbriciola

Fonte: La Nuova Sardegna
15 giugno 2010


Test negativo per la Regione del centrodestra, ribaltato il risultato del 2009



Il governatore sarà costretto ad anticipare la verifica della maggioranza e a fare il rimpasto di giunta che gli è stato chiesto dagli alleati. Verso un terremoto nel Popolo della libertà

FILIPPO PERETTI

CAGLIARI. Con un 7 a 0 ai ballottaggi provinciali e comunali il centrosinistra ha stravinto le elezioni 2010 su un centrodestra sbriciolato dall’astensionismo-record. Nel voto c’erano tante verifiche politiche: è andata male al governatore Ugo Cappellacci già in difficoltà ad appena sedici mesi dalla trionfale elezione, è andata malissimo al vertice del Pdl sardo (scarsa mobilitazione, cambio di un candidato di Silvio Berlusconi), è andata bene, anzi benissimo, al debuttante Pd di Silvio Lai.
Ecco il risultato dei ballottaggi. Il centrosinistra ha vinto in tutte e sette le votazioni di domenica e di ieri: le tre Province (Cagliari, Nuoro e Ogliastra) e i quattro Comuni (Nuoro, Iglesias, Porto Torres e Sestu). Nel primo tempo del 30 e 31 maggio si era aggiudicato già tre Province (Sassari, Carbonia-Iglesias e Medio Campidano) e un Comune (Sassari), lasciando al centrodestra solo due Province (Oristano e Olbia-Tempio) e un Comune (Quartu).
Come è finita l’intera partita. Con il 7 a 0 di ieri il centrosinista ha rafforzato il vantaggio complessivo: 6 a 2 nelle Province e 5 a 1 nei grandi Comuni. Per un totale di 11 a 3 che va oltre le più rosee aspettative del nuovo gruppo dirigente del Pd. Cinque anni fa, tra Province e grandi Comuni, il centrosinistra aveva vinto per 13 a 1, ma la situazione politica si era ribaltata un anno e mezzo fa alle elezioni regionali vinte da Ugo Cappellacci. Negli stessi collegi provinciali e nelle stesse città il centrodestra aveva fatto registrare un primato politico netto: 10 a 4. Pr questo tutti avevano convenuto che alle amministrative 2010 sarebbe stato dichiarato vincitore chi, nella somma tra Province e Comuni, ne avesse conquistato uno in più dello schieramento avversario. Il centrosinistra è andato molto oltre il pareggio.
Il centrodestra partiva in vantaggio. E’ vero che il 30 e 31 maggio il centrosinistra aveva chiuso sul 3 a 2, ma in sei ballottaggi su sette (escluso Porto Torres, dove si è giocato un derby tra due coalizioni di centrosinistra), la coalizione berlusconiana veniva data per favorita per aver chiuso in avanti il primo turno grazie alle divisioni nello schieramento opposto. Ma i suoi elettori l’hanno tradita: in quindici giorni ha perso più di 45 mila voti solo alle Provinciali. E il centrosinistra, perdendone «solo» 9 mila, è riuscito a fare il ribaltone.
Come la campagna elettorale. Già nel primo turno ma soprattutto per i ballottaggi, la campagna elettorale del centrosinistra è stata più intensa e motivata. Le iniziative dei vertici regionali sugli apparentamenti (risultati decisivi) a Nuoro e la discesa in campo dei big nazionali hanno fatto la differenza, mobilitando l’elettorato antiberlusconiano. Viceversa, il centrodestra, in particolare nelle due ultime settimane, è quasi scomparso dalla scena. E mentre il centrosinistra si ricompattava, il centrodestra dava l’impressione che stessero emergendo le rivalità interne. A Nuoro, come a Cagliari, le due piazze politiche più importanti.
Verifica negativa per Cappellacci. Il primo test politico - si sapeva - era per Cappellacci. A un anno e mezzo della sua trionfale elezione al posto di Renato Soru, Cappellacci è andato incontro a una sconfitta imprevista per proporzioni e in grado di provocare un terremoto anche alla Regione. Il governatore non ha certo avuto un inizio brillante a causa dello «scippo» del G8 e il mancato finanziamento della Sassari-Olbia. Da un mese, inoltre, c’è l’inchiesta sull’affaire eolico che lo vedo indagato assieme a Denis Verdini e Flavio Carboni. Insomma, un periodaccio. Si era detto che solo una vittoria elettorale avrebbe potuto consentire al presidente di poter rifiatare per organizzare con calma la ripartenza. La sconfitta del centrodestra lo costringerà ad accelerare il discorso sulla verifica di giunta e sul rimpasto politico. Gli alleati lo hanno protetto in Consiglio regionale dagli attacchi delle opposizioni sul caso eolico, Cappellacci deve ora accontentarli sulla riorganizzazione dell’esecutivo e sul rilancio del programma. Con due grandi incognite. Uno: le divisioni nel Pdl che sono una delle cause della debacle rischiano ora di aggravarsi. Due: il risultato complessivo può far salire la tensione tra Pdl e alleati e acuire le sempre più frequenti prese di distanze di Udc e Psd’Az. I partiti, soprattutto quello sardista, che alle elezioni sono andati bene e che certo non vogliono farsi trascinare dalla crisi del Pdl.
La resa dei conti nel Pdl sardo. La sconfitta generale e soprattutto il caso Cagliari rischiano di provocare un vero e proprio terremoto nel Popolo della libertà. I dissidenti, ai quali si è aggiunto il senatore Piergiorgio Massidda, daranno sicuramente battaglia nei confronti del coordinatore Mariano Delogu, del capogruppo Mario Diana e della presidente del Consiglio regionale, Claudia Lombardo nella sua funzione di vice coordinatrice del partito. Ad essere infuriato potrebbe essere lo stesso Berlusconi, che aveva candidato Massidda alla Provincia di Cagliari, per farsi convincere all’ultimo momento che Giuseppe Farris era molto più forte. Sembra che Berlusconi non abbia partecipato alla campagna elettorale proprio per questo contrasto. Farris ha perso malamente ed era stato proposto dal deputato Salvatore Cicu, d’intesa con Delogu-Diana-Lombardo, appoggiandosi a Denis Verdini e Claudio Scajola. Non viene escluso che a breve scadenza potrebbero esserci delle nomine nel partito e che anche nel gruppo possano esserci novità nei rapporti di forza interni. Sono movimenti che Cappellacci dovrà saper gestire per non esserne travolto.
Esordio positivo per il Pd di Lai. Il segretario democratico può essere considerato il vero vincitore delle elezioni 2010, benché il suo partito abbia perso altri voti (ma molti di meno di quelli del Pdl). Sin dall’inizio Silvio Lai ha lavorato per ricostruire il centrosinistra e per unire il partito. Nel rapporto con gli alleati aveva puntato tutto sulle conferme nelle Province di Sassari, Cagliari e Nuoro (e le ha ottenuto, assieme a quelle del Medio Campidano e di Carbonia-Iglesias. Tra il primo e il secondo turno è stato protagonista incontrastato: ha potenziato la coalizione nel centro più delicato della sfida (Nuoro) e ha ritrovato per buona parte l’unità interna (Soru compreso) riuscendo a isolare alcuni ribelli, soprattutto Efisio Arbau. Infine ha lanciato la sfida a distanza a Cappellacci: una mossa rischiosa, perché dopo le Regionali «italiane» di primavera il tondo sardo non era scontato. Silvio Lai ce l’ha fatta e anche molto bene. Ieri sera era più che soddisfatto. Era ancora più determinato. Forse la partita vera con Cappellacci per lui è solo all’inizio.