Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Bersani (Pd): «Vittoria senza discussioni»

Fonte: L'Unione Sarda
15 giugno 2010

Reazioni. Delusione nel centrodestra. Cappellacci: «Divisi si perde». E Delogu avverte: «Ognuno si assuma le proprie responsabilità»

Il 6-2 per il centrosinistra è arrivato inatteso per tutti. L'esultanza del centrosinistra fa da contraltare alla delusione del centrodestra, dove ancora nessuno dei vertici pensa a dimissioni. Un fatto è certo: alla luce del risultato di ieri, in maggioranza aleggiano malumori forti. E un rimpasto in Giunta prima dell'autunno non è da escludere a priori.
I DEMOCRATICI Il primo a far festa è il segretario nazionale del Pd Pierluigi Bersani che parla di un « en plein senza discussioni». Dello stesso tenore il commento di Silvio Lai , segretario regionale, che plaude alla «ritrovata unità del Pd e del centrosinistra». Lai ritiene che la Sardegna abbia dato anche «un segnale nazionale e alla Giunta regionale che, con questo risultato, si trova in minoranza nelle amministrazioni locali». Lo sguardo del Pd è già proiettato alle comunali di Cagliari, al voto nel 2011: «Non riesco a pensare a primarie a cui non partecipino Renato Soru o Francesco Pigliaru».
IL DIBATTITO Il presidente della Regione, Ugo Cappellacci, constata: «Uniti si vince, divisi si perde. Ciò vale ancor di più quando il sistema elettorale prevede il ballottaggio. Al di là dei dati, che vedono il centrodestra conquistare la terza città della Sardegna e due province, una in più rispetto al 2005, ritengo che l'ulteriore aspetto su cui avviare un confronto serio è quello dell'astensionismo: un fenomeno troppo esteso per essere considerato un problema di una sola parte. Comunque, il risultato nei territori dove il centrodestra non ha ottenuto quanto meritava, oltre che motivo di riflessione, è per me uno stimolo». Il coordinatore del Pdl sardo Mariano Delogu parla ancora più chiaro: «Non siamo riusciti a convincere la gente ad andare a votare». A chi gli chiede se stia pensando a lasciare l'incarico, risponde: «È una sconfitta di tutti, non accetto che si vada alla caccia di capri espiatori. Ognuno si assuma le proprie responsabilità». Michele Cossa , coordinatore dei Riformatori, che hanno rinunciato a candidature per le Province, annuncia la convocazione (per oggi) dei vertici del partito e chiede «l'apertura in tempi rapidi una seria riflessione che coinvolga tutta la coalizione su questo risultato che vede il centrodestra perdere il sei province su otto e in cinque grossi Comuni su sei». Quindi il sindaco e coordinatore Pdl di Cagliari Emilio Floris : «Pur rispettando l'esito elettorale, in città la percentuale di votanti è scesa al 24 per cento e questo 24 per cento ha premiato la sinistra». Per Floris gli elettori non hanno apprezzato le doppie candidature a Cagliari e a Iglesias: «È troppo facile la critica a posteriori, fermo restando che i conti nel centrodestra si fanno sempre. Di fronte a un'apertura come quella di Massidda a Cagliari per il ballottaggio, sarebbe stato più opportuno farli prima e non dopo». Ora è previsto un acceso dibattito nel Pdl: «Dobbiamo capire cosa fare in futuro: servono leadership forti. E una persona che rappresenti la pluralità del partito e che faccia sintesi delle idee».
LE ALTRE VOCI Secondo Gianni Fresu (Prc) e Claudio Giorgi (Pdci) «i sardi hanno mandato un decreto di sfratto a Cappellacci e alla sua giunta disastrosa. È bastato un anno per smascherare le menzogne del premier e l'incapacità dei suoi rappresentanti regionali». Il leader del Psd'Az Giacomo Sanna si limita a dire che «il Pdl deve fare un esame al suo interno». Quindi Luciano Uras , capogruppo di Sel: «Il centrodestra è bocciato, con la Giunta regionale e il suo presidente». Critico anche l'ex deputato di An Francesco Onnis : «A Cagliari Farris tra il primo turno e il ballottaggio ha perso 43 mila voti. È una disfatta attesa, scandalosa e indigesta», dice: «Il centrodestra, ricco in Sardegna di tradizioni, programmi e passione non può essere svenduto sull'onda dell'indifferenza di faziose discriminazioni e di giochi di potere». Chiude Giorgio Oppi , leader dell'Udc: «Il centrodestra ha pagato l'eccessiva frammentazione delle liste almeno quanto l'astensionismo».
LORENZO PIRAS

15/06/2010