Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Gli elettori «bocciano» le Province

Fonte: La Nuova Sardegna
14 giugno 2010

LUNEDÌ, 14 GIUGNO 2010

Pagina 7 - Sardegna

di Filippo Peretti


Ha votato appena il 18,67 per cento, con un crollo di altri 16 punti

Nei Comuni tonfo a Nuoro anche per l’elezione dei sindaco L’astensione fa crescere l’incertezza

CAGLIARI. Oggi si conosceranno gli ultimi vincitori di queste elezioni amministrative 2010, ma il turno di ballottaggio, con un ulteriore tonfo dell’affluenza alle urne, ha già decretato chi ha sicuramente perso: sono le Province, clamorosamente bocciate dagli elettori. Un astensionismo mai così alto, un po’ meno nei Comuni, crea ulteriore incertezza sui risultati politici finali: pronostici impossibili.
Province, affluenza alle urne alle ore 22. Nella giornata di ieri, per i tre ballottaggi che decidono l’elezione dei presidenti, ha votato mediamente appena il 18,67%, con un crolo di altri 16 punti: due domeniche fa, sino alle 22, aveva votato il 34,46%, con un calo di 11 punti rispetto al voto del 2005. La percentuale più alta di votati è stata registrata in Ogliastra (33,36), seguita da Nuoro (25,42) e da Cagliari (un clamoroso 15,05 rispetto al 30,80 già record negativo di due settimane fa). Il tonfo maggiore è stato però quello di Nuoro, crollato di 18 punti (alla domenica del primo turno aveva il 43,16). Il centro della provincia di Cagliari dove si è votato di più è Burcei (39,20), quello in cui si è votato di meno è Villanovatulo 5,80% (con un crollo di 43 punti sul primo turno). In provincia di Nuoro gli estremi sono stati quelli di Tonara (42,66%) e di Ottana (12,17%, con un crollo di 41 punti), in provincia di Ogliastra i centri di Villagrande Strisaili (l’unico nell’isola ad aver superato la metà degli aventi diritto con il 50,37%) e di Jerzu (20,28%).
Comuni, affluenza alle urne alle 22. Nei quattro centri dove si tiene il ballottaggio per l’elezione del sindaco l’affluenza è stata ieri del 34,80%, con un calo di quasi 12 punti sul voto domenicale del primo turno (46,16%). Il dato più alto è stato registrato a Porto Torres (41,80% contro il 49,28% di due domeniche fa), seguito da Iglesias (37,61% con un meno 11), Nuoro (30,60%, con un clamoroso meno 15) e Sestu (30,51%, con un meno 10%).
A Nuoro non tira il voto comunale. Dove si vota per il sindaco solitamente la percentuale di votanti è molto più alta rispetto al dato delle provinciali, ma Nuoro stavolta ha fatto eccezione: al Comune ha avuto appena 5 punti in più della media provinciale. Rispetto al capoluogo, l’affluenza è stata più alta in altro dodici centri, tra l’altro ieri non interessati da elezioni comunali.
Alle 19 un leggero recupero. La media dell’affluenza alle elezioni provinciali al secondo rilevamento della giornata domenicale era del 12,05%. Con il minimo nella Provincia di Cagliari (9,63) e la punta massima in Ogliastra (22,04). In mezzo Nuoro (16,52). Il centro con la percentuale più bassa era già Villanovatulo con il 3,11%. Più alta, invece, la media nelle elezioni comunali: 23,47% (contro il 33,36% del primo turno). Il dato più alto a Porto Torres (28,59% contro il 34,55 del primo turno), il più basso a Sestu (19,57% contro il 29,40 del turno precedente). Iglesias (24,70%) e Nuoro (21,44%) hanno perso entrambe 11 punti in quindici giorni.
A mezzogiorno sezioni ancora deserte. Gli elettori ad essersi svegliati più tardi ieri sono stati quello di Villanovatulo: al rilevamento delle 12 risultava che aveva votato lo 0,5 per cento degli aventi diritto. Nella giornata, come si è visto, la percentuale è salita solo al 5,80. Gli elettori più mattinieri Villagrande Strisaili (14,14%), che però hanno tenuto il ritmo per l’intera domenica. A mezzogiorno la media generale del voto provinciale era del 5,09%. Sin dall’inizio il dato più basso a Cagliari: 4,17%.
Chi penalizza l’astensionismo. Il crollo dell’11% del primo turno aveva penalizzato maggiormente il centrodestra. Non tanto sui risultati del 2005 quanto sulle ultime regionali (2009), rispetto alle quali il Pdl ha perso il 52% del propri voti, vedendosi superare al primo posto da un Pd che ha comunque perso il 29% del loro voti sulle regionali. Nelle elezioni provinciali e ora anche in quelle comunali, il calo degli elettori è stato ancora più evidente. Questo crea ancora maggiore incertezza nelle previsioni. Con queste percentuali di votanti, i sondaggi potrebbero essere saltati del tutto.
La «bocciatura» delle Province. Gli elettori si sono pronunciati negativamente sugli enti intermedi e la politica non potrà non tenerne conto. Sembra urgente una riforma che indichi competenze più chiare e un decentramento amministrativo dalla Regione che rivitalizzi il ruolo dei territori. Per i servizi, sono già previste le Unione dei Comuni. Quello che va meglio individuato è il ruolo intermedio tra la Regione e i Comuni, altrimenti il federalismo interno rischia di restare a lungo solo un vuoto slogan.
Lo scontro tra i due schieramenti. Prima di parlare di riforme, i partiti di entrambi i poli vorranno analizzare i risultati dal loro punto di vista politico. Queste amministrative sono infatti un test indicativo. Il primo test, quello dell’astensione, è negativo per tutti: sia per l’istituzione provinciale, sia per le forze politiche. I dati numerici sono disastrosi, ma in prima battuta i partiti si concentreranno nel conteggio delle poltrone di presidente e di sindaco.
Il primo test è sulle Province. Nel 2005 il centrosinistra aveva vinto per 7 a 1, lasciando al centrodestra solo Oristano. Alle regionali del 2009, nelle otto circoscrizioni provinciali, la situazione si era quasi ribaltata: il centrodestra aveva vinto per 6 a 2 (il centrosinistra era rimasta in vantaggio a Sassari e nel Medio Campidano). Stavolta sembrano essere tutti d’accordo nel dire che il 4 a 4 sarebbe un vero pareggio e che per vincere la partita politica delle Province bisogna arrivare almeno a 5. Nel primo turno il centrosinistra si è messo subito in avanti sul 3 a 2, vincendo a Sassari, Carbonia-Iglesias e Medio Campidano e perdendo a Oristano e a Olbia-Tempio.
Un test politico anche nei Comuni. Nelle precedenti elezioni il centrosinistra aveva vinto in tutti i sei grandi Comuni tornati quest’anno alle urne e stavolta al primo turno ha vinto a Sassari ma ha perso a Quartu. In tre dei quattro centri andati al ballottaggio (Nuoro, Iglesias e Sestu) al primo turno è andato in vantaggio il centrodestra, mentre a Porto Torres si sono piazzate ai primi due posti le due liste di centrosinistra. Nei sei grandi Comuni, il centrosinistra ne ha già vinto due (Sassari e ora sicuramente a Porto Torres, dove è in corso un derby), il centrodestra ne ha conquistato uno (Quartu).