Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Così muore l'Università»: sindacati contro le Fondazioni

Fonte: L'Unione Sarda
18 luglio 2008

Assemblea dei docenti e del personale a Sa Duchessa


Il dibattito è stato organizzato dai rappresentanti dei lavoratori dell'ateneo cagliaritano. Francesco Ginesu (preside Ingegneria): «Con le fondazioni si dipende dalla politica».
Impossibile trovare un posto libero nell'aula magna del corpo aggiunto della facoltà di Lettere, neppure tra le gradinate. Docenti e personale tecnico-amministrativo dell'Università di Cagliari (presenti sparuti gruppi di studenti) affollano una platea in tensione, animata per ore da un dibattito serrato. Riuniti in assemblea, promossa da Cgil, Cisl, Uil e Csa di Cisal e presieduta dai rispettivi rappresentanti Pino Calledda, Tomaso Demontis, Paolo Porceddu e Arturo Maullu, hanno analizzato i contenuti del decreto legge 112 del 2008 e iniziato a valutare le eventuali strategie di mobilitazione da mettere in campo. Obiettivo: “Impedire la demolizione del sistema universitario pubblico”.
Le sigle sindacali tracciano in un documento unitario la sintesi del provvedimento. «Limitazione al 20% del turn over, dal 2009 al 2011, del personale, ulteriori drammatici tagli ai finanziamenti pubblici, prospettiva di privatizzazione degli atenei attraverso la loro trasformazione in fondazioni, taglio delle retribuzioni del personale». Le previsioni sono nefaste: «Si determinerà la scomparsa in breve tempo dell'Università italiana. E saranno soprattutto gli studenti a essere danneggiati perché non sarà più garantita un'offerta formativa di qualità».
Presente anche il rettore Pasquale Mistretta, che aveva già in precedenza espresso i suoi timori legati a quella che è ormai diventata “la questione Università”. Ci tiene, però, a chiarire che «siamo nettamente contrari all'assunzione di atteggiamenti che possano minacciare lo svolgimento dell'anno accademico 2008/2009». I rappresentanti del personale tecnico-amministrativo in Senato accademico esortano i colleghi a «rinforzare nell'ultimo scorcio del 2008 che ci rimane la nostra Università - invita Daniela Zedda - compiendo scelte importanti prima che scattino tutte le limitazioni, a partire dal 2009». Francesco Ginesu, preside della facoltà di Ingegneria, teme che con le fondazioni non si possa che «andare in mano alla politica. Immaginiamo la nomina di presidi in base ad accordi politici». Poi apre una parentesi sulla sua facoltà: «Abbiamo corsi di studio che non possono coprire il triennio, diventa difficile andare avanti con l'offerta formativa». Risuona un coro di voci allarmate. «Ci sono anche prese di posizione, giuste, di chi è intenzionato a fare lo sciopero bianco - dice la docente Cristina Lavinio - ovvero non fare nulla di più di quanto previsto dalla legge».
MARIANGELA LAMPIS

18/07/2008