VENERDÌ, 11 GIUGNO 2010
Pagina 1 - Cagliari
Prevista una riduzione nel 2011 di 1.819 posti tra docenti e amministrativi
ISTRUZIONE Oggi e domani i due giorni di sciopero contro la riorganizzazione prevista dalla riforma
PABLO SOLE
CAGLIARI. Saccheggio e distruzione del sistema pubblico: ecco cos’è, per i Cobas e le Rappresentanze di base, la riorganizzazione scolastica prevista dalla riforma Gelmini. Un giudizio tranchant, avallato dai dati presentati ieri durante la conferenza stampa organizzata dai due sindacati in vista dello sciopero di docenti e personale amministrativo previsto oggi e domani.
«Il prossimo anno scolastico, in Sardegna è prevista una riduzione dell’organico pari a 1.819 lavoratori tra docenti e personale amministrativo - ha denunciato il rappresentante dei Cobas scuola Nicola Giua - e anche per questo abbiamo deciso di bloccare gli scrutini e organizzare un sit-in di protesta sotto le finestre della direzione scolastica regionale.
Nell’isola, negli ultimi tre anni sono stati cancellati 5738 posti di lavoro. Parliamo di tagli indiscriminati alle scuole in un territorio come la Sardegna dove 316 su 378 Comuni sono sotto i 3000 abitanti.
Per tale realtà sono stati usati parametri assolutamente iniqui per la formazione degli organici, che non consentiranno in futuro la normale funzionalità delle scuole e non potranno garantire un sufficiente livello dei servizi scolastici».
I Cobas non hanno lesinato critiche all’esecutivo regionale guidato da Ugo Cappellacci, che «oltre ad elargire 22 milioni di euro alle scuole materne private - ha aggiunto Giua - è impegnato nella predisposizione di un disegno di legge sull’istruzione, teso esclusivamente ad aiutare le scuole private e aumentare a dismisura il ruolo dei “verminai” della formazione professionale».
In merito alla politica regionale, i sindacati non dimenticano nemmeno la questione relativa ai cosiddetti “contratti di disponibilità” varati dall’attuale assessore all’Istruzione Lucia Baire per sopperire ai tagli degli organici determinati dalla riforma Gelmini e occupare così i docenti rimasti senza cattedra.
Che cosa ha prodotto questa trovata? Secondo gli ultimi dati, semplicemente nuovo precariato, posto che in provincia di Cagliari solo quattro scuole hanno firmato con i docenti interessati un normale contratto di lavoro. Per tutti gli altri, l’incubo di un lavoro subordinato con un contratto a progetto. Non basta. Perché in teoria gli insegnanti avrebbero dovuto seguire la realizzazione di particolari progetti promossi dai singoli istituti.
Al contrario, non sono pochi quelli che sono stati sistemati in cattedra, ad insegnare. Morale della favola: la Regione ha bilanciato oltre 20 milioni di euro per mettere una pezza ai tagli della Gelmini e, in parallelo, ha creato nuovo precariato. Con soldi pubblici.