Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Nanni Svampa, l'ironia in concerto

Fonte: L'Unione Sarda
21 luglio 2008

musica

«Viva i dialetti»: oggi a Cagliari l'ex Gufo tra cabaret, citazioni e canzoni d'autore
Ricordate Nanni Svampa? Quello che negli anni Sessanta, con Lino Patruno, Roberto Brivio e Gianni Magni, diede vita ai Gufi, mitico gruppo di cabaret che si presentava in tuta nera e bombetta secondo un look suggerito da Federico Fellini, girando l'Italia con spettacoli come “Non so, non ho visto se c'ero dormivo”, e canzoni ricche di humour come “Il cimitero è meraviglioso”, “Bare bare”, “Il mio funerale”, “Pellegrin che vien da Roma”, “Il neonato”? Se il ricordo ha mantenuto un posto fisso nella vostra memoria, allora, farete bene a non perdere l'appuntamento con il cantautore e cabarettista milanese, di scena oggi a Cagliari alle 23 nel cortile del Municipio in via Roma, per l'undicesima edizione di Concerti a Palazzo Civico, varata dalla Scuola Civica di Musica di Cagliari, e dedicata alla memoria della pianista Alessandra Rais. Un flashback su una carriera d'artista tra talento eretico e gusto per lo sberleffo. «Un concerto antologico» dice Svampa, classe 1938, in Sardegna per la prima volta. «Con molti brani in milanese, che rappresentano uno dei capitoli più importanti della mia carriera, pezzi tratti dal repertorio dei Gufi, ballate folk, canzoni d'autore degli anni Trenta e Quaranta».
Ci sarà anche qualcosa dell'amato Brassens, a cui ha dedicato libri, concerti e lavori come il doppio ciddì “Donne, Gorilla, Fantasmi e Lillà”.
«Certo. Ma la prossima volta che qualcuno mi invita in Sardegna, vorrei ritornarci con lo spettacolo interamente dedicato a Brassens che sto portando in giro in tutta Italia. Un concerto con i brani tradotti da Fabrizio De André, Fausto Amodei, Enrico Médail e, naturalmente, anche da me».
Con lei sul palco ci sarà un po' della nostra isola: il chitarrista sassarese Antonio Mastino…
«Antonio mi accompagna da vent'anni. Sono molto legato alla Sardegna, anche perché vengo in vacanza da tanto tempo».
Il suo ultimo album, “Mamì”, è dello scorso anno: ci vuole un bel coraggio per continuare a sfornare dischi in tempi di crisi per il mercato discografico.
«Per quanto mi riguarda, negli ultimi cinque anni ho rinciso dieci ciddì, con aggiornamenti vari e arricchimento del repertorio. Certo, la crisi c'è ed è innegabile, però continuo a vendere, battendo anche altre strade come ad esempio quella del dvd. A fine anno uscirà un cofanetto che raccoglie la mia storia».
Che pubblico la segue?
«Principalmente dai cinquant'anni in su, ma c'è anche un 20-30% di ragazzi».
Tra i cantautori della nuova generazione chi le piace?
«Davide Van de Sfroos, che ha successo in tutta Italia cantando in dialetto comasco. Dalla Lombardia al Veneto, dalla Sardegna alla Puglia, giusto per citare qualche regione, c'è un recupero dei dialetti da parte di tanti giovani gruppi e solisti. In un'epoca dove ormai tutto è globalizzato, la lingua rimane una delle poche cose che riesce ancora a differenziarci».
Prova interesse per il cabaret di oggi?
«Il cabaret è stato deformato dalla televisione, anche se poi qualcuno mi piace: Paolo Rossi, Flavio Oreglio, Giole Dix».
E tra gli affabulatori d'impronta teatrale?
«Ascanio Celestini e Marco Paolini».
CARLO ARGIOLAS

19/07/2008