Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Percorso di guerra in via San Giovanni

Fonte: L'Unione Sarda
4 giugno 2010

Proteste dei residenti per i disagi provocati dal cantiere aperto nella strada di Villanova

«Le passerelle? Le piazziamo noi». In crisi i commercianti

Rischi per i residenti: una giovane mamma ha pagato con una slogatura l'essere riuscita a evitare la rovinosa caduta del figlio.
Peccato che non ci abitino i marines. Loro sicuramente non si lamenterebbero per le condizioni di via San Giovanni. Il fatto è che, nella strada di Villanova, trasformata in un percorso di guerra dai lavori di ristrutturazione urbana, risiedono anziani, mamme con bambini. Persone costrette a disagi enormi, quasi incredibili per chi non abita da quelle parti: Bonaria Melis, ottant'anni, per esempio, deve farsi aiutare per entrare in bottega. «Almeno le passerelle dovrebbero essere sistemate», sospira. Non per lei, «ma chi sta peggio di me», afferma pensando a chi è costretto a muoversi in carrozzella o con le stampelle.
LA MAMMA Come quella mamma che è costretta a fare più viaggi per uscire di casa. «Prima», racconta, «porto la parte bassa della carrozzella nel vico San Giovanni da dove devo passare. Poi porto la culla e, infine, trasporto mio figlio». Ha imparato a sue spese. «Qualche giorno fa mi sono procurata una distorsione perché sono scivolata e mi sono preoccupata, in primo luogo, di mettere in salvo il mio bambino». Di passerelle quasi nessuna. «Quelle che vedete», interviene Silvano Zucca, uno dei residenti, «sono quelle che abbiamo piazzato noi».
I COMMERCIANTI E, sia chiaro, si parla di giornate come queste ultime all'insegna del sole. Nello scorso fine settimana, un acquazzone ha trasformato la strada in un immenso pantano: un'auto (entrata, a dire il vero, in un divieto di transito) è sprofondata. Portava le merci in una delle botteghe gestite da extracomunitari. «Io, invece», afferma Afrosa Dewan che lavora nel market concorrente, «sono praticamente al disastro: non posso portare merci e, quindi, non posso vendere niente. Questo mese mi sono fatta prestare i soldi per pagare l'affitto. Ma non posso andare avanti così».
L'APPALTO Mancano le passerelle, l'illuminazione è scarsa. Eppure, nell'appalto c'è una voce ben precisa che si occupa proprio di questo aspetto: negli oltre 3 milioni e 600 mila euro di stanziamento, ce ne sono 150 mila di “oneri relativi alla sicurezza” (come recita il cartello dei lavori). «Una cifra fissa», spiega Maurizio Bonetti, ingegnere che abita in via San Giovanni, «anche negli appalti al ribasso. Serve a garantire la sicurezza di chi lavora e di chi è coinvolto, in un modo o nell'altro, nel cantiere». Come spesso capita, una macchia rovina il tutto. «Perché», conclude il presidente della Circoscrizione 1 Gianfranco Carboni, «l'impresa ha sinora fatto uno splendido lavoro. Ma non si può continuare a far vivere la gente in queste condizioni».
MARCELLO COCCO

04/06/2010