Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Ho raggiunto il mio obiettivo»

Fonte: L'Unione Sarda
1 giugno 2010

MASSIDDA Il senatore al 10 %

Senatore, lei sognava di arrivare al dieci per cento.
«E ci sono arrivato. È stato un bel regalo di compleanno, sinceramente non ci credevo. E aggiungo: col voto disgiunto, avrei vinto».
Si dice: sono in corso le trattative “romane” per siglare la pace fra lei e Farris.
«Parlerò in questi giorni con il presidente Berlusconi, gli confermerò quello che gli avevo detto nel nostro ultimo incontro, ovvero che i dati erano sbagliati, era falso che non contassi nulla. Al premier era stato detto: Massidda non supererà il 2 per cento. Non so se ci sarà la pace, ho sempre ripetuto che non ho nulla contro la persona, contro Farris, ma sono contro il metodo anti-democratico».
Si dice: lei darà massima libertà ai suoi elettori per il voto del ballottaggio.
«No, smentisco: io sono un fondatore del Pdl, un senatore del partito, deciderò con i vertici del partito quale consiglio dare ai nostri elettori. Anche se sarebbe meglio che il candidato del centrodestra la smettesse di distribuire schiaffi un giorno sì e l'altro pure».
Si dice: lei sperava di superare Farris, lo aveva letto in un sondaggio.
«No, non è vero. Nei miei sogni penso solo ai miei bambini».
Si dice: lei si è candidato pensando alle comunali di Cagliari 2011.
«Non ho alcuna intenzione di candidarmi a Cagliari, ma se dovesse regnare ancora l'arroganza nel mio partito, non posso escludere nulla».
Si dice: Berlusconi le chiederà una mano, poi le darà un ruolo operativo nel partito.
«Ho già detto no al presidente una volta, ora vorrei aiutarlo a mettere un po' d'ordine in un momento come questo, di grande crisi».
Torniamo al voto: dove si aspettava di andare meglio?
«Non ho ancora valutato con attenzione i numeri, certamente a Cagliari non mi aspettavo un risultato così positivo».
Chi vincerà fra due settimane?
«Lo decideranno gli elettori».
Il voto ha bocciato la legislatura di Milia?
«Credo che la vera bocciatura arriverà solo fra quindici giorni. Oggi è ancora troppo presto per intepretare la volontà degli elettori. Il ballottaggio, lo sanno anche i muri, sfugge a qualsiasi previsione».
Perché metà degli elettori è rimasta a casa?
«Perché bisogna tornare a confrontarsi con la gente, andare per la strada, parlare dei problemi reali, conoscere i prezzi del pane, del latte, tutto questo non sta avvenendo. Non serve solo sapere quanto prende di stipendio un alto dirigente di un ente».
E. P.

01/06/2010