Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Farris costretto al ballottaggio con Milia

Fonte: La Nuova Sardegna
1 giugno 2010


MARTEDÌ, 01 GIUGNO 2010

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Udc, Psd’Az e Riformatori salvano la coalizione. Popolo della libertà sotto il 15 per cento

I veleni interni condizionano pesantemente i risultati del centrodestra e del centrosinistra

UMBERTO AIME

CAGLIARI. Ballottaggio doveva essere e ballottaggio è stato. Giuseppe Farris (Pdl malconcio insieme ad alleati più freschi) e Graziano Milia (Pd e quasi tutto il centrosinistra) fra due domeniche si sfideranno per la presidenza della Provincia. Il primo non è riuscito a sfondare il muro del 50 per cento, colpa del nemico in casa, Piergiorgio Massidda, e di una mostruosa astensione: meno 20 per cento a Cagliari città. Milia ha pagato la questione morale, il poco entusiasmo della sinistra e lo strappo con l’Idv.
Ore 16-18. La partenza di Graziano Milia è sparata: sarà un’illusione. Primi numeri ufficiali ed è subito in vantaggio. Con una tripla, tre seggi scrutinati, un’inezia, il centrosinistra appare sullo schermo oltre il muro del 50 per cento: vorrebbe dire elezione diretta, come nel 2005. Ma il tabellone è ancora troppo vuoto: sarebbe da dilettanti far festa adesso. Scelta saggia, Milia andrà al ballottaggio. Giuseppe Farris è secondo, staccato di sei punti. Non può essere. I sondaggisti della stessa agenzia che anni fa ha servito D’Alema e a marzo è stata ingaggiata dalla pidiellina Polverini, pecunia non olet, lo danno oltre il 44 per cento, la sua segreteria (presunzione irreale) presidente subito. Ma ogni proiezione è impossibile alle 18, con cento sezioni scrutinate su 567. Gli analisti arrancano: non avevano messo nel conto l’astensione, un mostro: meno 14,95 per cento in provincia, 20 punti sotto a Cagliari, quattro elettori (quasi cinque) su dieci a casa. È un disastro, per la democrazia. Federico Palomba (Idv) è terzo, quarto il ribelle del centrodestra Piergiorgio Massidda, che a quell’ora dalla Lega riceve un contributo misero, lo 0.9 per cento. Sarà lo stesso a fine corsa.
Ore 18-20. Il recupero di Farris, nel secondo tempo della partita, è forte e orgoglioso. L’aggancio è intorno al 39 per cento: non sarà un fuoco di paglia. Mezz’ora dopo (un quarto dei seggi) l’alleanza berlusconiana mette a segno il sorpasso: pesano i voti dell’hinterland cagliaritano, zoccolo duro del Pdl, anche se il popolo di destra punirà il partito unico: 34,5 nel 2009, 15,1 un anno dopo. Valori dimezzati, ma c’è chi sogna ancora il successo pieno e azzarda da quelle parti: «Diecimila voti di diffrenza tra Farris (successo personale) e Milia: scommettiamo?». Poteri divinatori e sfere di cristallo da vendere subito per chi ce li ha. Bravi: la realtà confermerà le previsioni. Sono queste le ore calde della destra: nel derby tra le seconde file, il transfuga Massidda scavalca Palomba, transfuga a sua volta ma a sinistra. Soffia anche il venticello indipendentista: l’Irs è appena sopra uno storico tre per cento. Terrà la posizione. Tra i partiti il Pd è davanti al Pdl di cinque punti: troppi, la cavalleria del centrodestra è in rimonta a Quartu e Sestu.
Ore 20-22. Terzo tempo, metà dello spoglio. Farris carica a testa bassa, seggio dopo seggio: sale fino al 43 per cento, l’asticella del 50+uno (vittoria al primo turno) è lontana solo sette punti. Troppi? Se l’elettorato di Cagliari città non avesse disertato, la spallata sarebbe stata possibile. Con l’astensione gigantesca, ogni sforzo sarà vano: andrà al ballottaggio con Milia. C’è dell’altro, a quest’ora, il centrodestra nel suo insieme (Farris più Massidda) è ben oltre il cinquanta. Berlusconi doveva essere più duro nei confronti del ribelle, doveva obbligarlo alla resa, dicono dal Pdl: «Chiederemo al presidentissimo di scendere in campo», è l’invocazione che sale dalla segreteria di Farris. Tra i partiti sfonda il Psd’Az a destra: è quinto dietro Pd, Pdl, Udc e Riformatori, nell’ordine, e surclassa il suo alter ego, i Rossomori.
Ore 22-24. Alle 23 è ufficiale. Sarà ballottaggio. Fra due domeniche Farris (46 per cento) contro Milia (35). I voti di differenza sono diciannovemila: un’enormità. Ma al secondo turno il contro-sorpasso è possibile, soprattutto se Milia richiamerà a raccolta il deluso popolo di sinistra, quello viola, furibondo, e i gruppi anti-bavaglio alla stampa. Saranno decisivi anche gli apparentamenti? No, a meno che Massidda non vada a Canossa-Arcore e Palomba rispetto al codice etico non scelga questa priorità: purché perda il centrodestra. A questo punto è molto più probabile un muscolare Farris versus Milia. Che suoni il gong.