Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Il Pdl costretto a trattare con il gruppo dei ribelli E Graziano Milia spera ancora

Fonte: La Nuova Sardegna
1 giugno 2010

MARTEDÌ, 01 GIUGNO 2010

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Di fatto ricomincia la campagna elettorale e i due contendenti dovranno tenere conto della forte presenza degli indipendentisti

Massidda: «Tutti un passo indietro altrimenti mi candiderò alle comunali di Cagliari» Già cominciata la caccia al voto degli astensionisti

ALESSANDRA SALLEMI

CAGLIARI. La Provincia di Cagliari va al ballottaggio e da oggi ricomincia la campagna elettorale. A parole hanno vinto tutti, coi numeri si scopre che il movimento indipendentista si sta conquistando un posto al sole, che in troppi non avevano focalizzato la differenza tra comunali e provinciali dove non si poteva scegliere i candidati col voto disgiunto, infine che l’astensionismo è ormai un partito fortissimo. Qui devono guardare Giuseppe Farris e Graziano Milia con i loro 45.6 per cento e il quasi 34. E ancora una volta bisognerà guardare anche a Berlusconi.
L’astensionismo è un partito di città: nei 71 paesi dove si votava per sindaco e consiglieri quella partecipazione ha trascinato un poco anche il voto per il presidente della Provincia e quindi il consiglio provinciale. Ma non abbastanza per far finta che, rispetto all’affluenza del 65 per cento di cinque anni fa, non ci sia un 15 per cento secco di rifiuto al voto. Secondo alcuni commentatori, il nuovo testa a testa potrebbe scuotere dal torpore il centrosinistra afflitto da una crisi di identità inarrestabile e quella porzione di centrodestra che è rimasta senza parole e quindi senza voglia di votare davanti all’operazione Farris contro Massidda. Sia la sinistra sia la destra hanno degli ottimi motivi per darsi al corteggiamento serrato degli astensionisti. Non c’è da fidarsi troppo, infatti, di quel che i numeri freddamente considerati rivelano con chiarezza: Farris vince se fa dietrofont sul dichiarato non bisogno di apparentamenti col rivale intestino senatore Piergiorgio Massidda. Milia può vincere se un po’ di astensionisti pentiti e una pattuglia di liberi pensatori che hanno votato per Italia dei Valori decidono che non si può consegnare anche la Provincia di Cagliari al centrodestra dei Verdini, degli Scajola e via elencando gli scandali nazionali di questi mesi. Gli astensionisti sono un campo neutro dove non c’è da rimangiarsi la parola, per il candidato del centrodestra ufficiale, e dove non c’è da dialogare oltre il necessario con chi ha detto chiaro e forte che un presidente uscente non si sarebbe dovuto ricandidare per le troppe inchieste giudiziarie nelle quali a diverso titolo si è trovato ad entrare. Insomma, la campagna elettorale da oggi è nuova, scalpitante e per nulla scontata. Anche Berlusconi ha il suo ruolo da giocare: lo chiamerà in causa direttamente il senatore Massidda, seduto sul suo successo personale di un 10 per cento di voti, 12 a Cagliari roccaforte di Udc e Riformatori, ma «più votato di questi due partiti messi assieme».
«Mi interfaccerò con Berlusconi - dichiara Massidda - per sapere cosa devo fre. Io non ho nulla contro Farris e sono uno dei fondatori del Pdl. Questa vicenda elettorale nasce dalle scelte che certi dirigenti nazionali hanno ritenuto di dover fare su dati che, poi, non si sono rivelati veri: con il voto a me che, in pochi giorni, ho fatto 6 liste, raccogliendo 4.600 firme, e avendo tutti contro, si è dimostrato che la gente comincia a dire che anche il Pdl, in Sardegna deve parlar sardo. E se non si fa un passo indietro, se continua l’arroganza dei mesi scorsi, io, lo dico adesso, nel 2011 mi candido sindaco di Cagliari». Che è la prossima guerra intestina tra Pdl e alleati. Giuseppe Farris: «I 12, 13 punti percentuali sono il divario enorme che avevamo percepito in campagna elettorale, ce lo diceva il sondaggio già 10 giorni fa e anche l’astensionismo era stato letto bene. C’è un condizionamento che soffia da fuori, già si era visto alle elezioni regionali e qui c’è stato anche per la polemica alla vigilia del voto. Ma noi non siamo gente da propaganda, abbiamo dato senso alla presenza sul territorio, non eravamo i soliti cagliaritani e quartesi che andavano in giro a cercare voti. E’ stato percepito il nostro progetto di unire tutta la provincia». Qualcuno sussurra di una certa soddisfazione personale di Farris per il 5 per cento della sua lista di «sconosciuti», contro il 14 per cento del Pdl.
Graziano Milia è in Corsica per impegni istituzionali, parla il suo portavoce Tore Corona: «L’arroganza di Farris è stata punita: diceva che sarebbe stato vincitore al primo turno e invece sta molto al di sotto di quel risultato. Milia raccoglie consenso personale rispetto alle liste a lui collegate, ha avuto 40 mila voti (numeri delle ore 20.30, Farris era a 33 mila), si andrà al confronto sui contenuti e sulla credibilità di ciascun candidato presidente. Per ora si può constatare che il centrodestra ufficiale, che si identifica nel governo regionale, ha avuto un risultato modesto, molto inferiore - conclude Corona - a ciò che aveva detto». Federico Palomba, Idv: «Italia dei Valori è cresciuto di 2 punti rispetto alle regionali, la nostra coerenza è stata premiata e non credo che avremmo fatto di più se fossimo stati nel centrosinistra. Ci preoccupa la forbice tra centrodestra e centrosinistra, pensavamo che i sardi avrebbero reagito di più agli scandali nazionali, certo è vero che il Pdl ha meno voti e la coalizione si alimenta dei gruppi satelliti». Cosa farà Italia dei Valori al ballottaggio: «Devo parlare con la dirigenza nazionale - risponde Palomba -. Il nostro sentimento non è far vincere il centrodestra, ma il punto è cosa farà Massidda».