Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Monumenti aperti: «Basta una volta all'anno»

Fonte: L'Unione Sarda
11 maggio 2010

Gli organizzatori e il Comune rispondono alla domanda di molti: perché non ripetere l'esperienza?

Gli albergatori: l'evento, amato dai sardi, turisticamente è un flop

«Monumenti aperti funziona perché è un evento unico, una festa, è il piacere di trovarsi insieme una volta all'anno», dicono gli ideatori di Imago Mundi e l'assessore comunale alla Cultura Pellegrini.
«Monumenti aperti funziona perché è un evento unico, una festa, è il piacere di trovarsi insieme una volta all'anno». Fabrizio Frongia, presidente di Imago Mundi, spiega perché non avrebbe senso estendere ad altri periodi dell'anno la manifestazione di cui quattordici anni fa la sua associazione culturale ha brevettato il marchio. «Del resto se un evento ha luogo più di una volta diventa normalità», aggiunge Francesca Spissu, vulcanica mente del Consorzio Camù, citando Lucio Argano, uno dei massimi esperti italiani di management degli eventi.
SITI APERTI TUTTO L'ANNO Eppure molti lo auspicano, sul filo dell'emozione di due giornate memorabili. «La verità è che il 90 per cento dei monumenti apre tutto l'anno», osserva Giorgio Pellegrini, uno che qualche anno fa non aveva nascosto il suo scetticismo per un evento culturale di massa. Anche lui si è convinto: «Evidentemente il consumo collettivo della cultura è una formula vincente», sostiene l'assessore comunale alla Cultura. «E sono convinto che sia tale perché avviene una volta all'anno. Altrimenti non mi spiegherei perché nelle torri, che sono sempre aperte, ci sono state migliaia di presenze e ce ne siano state 700 al Parco delle rimembranze, un luogo accessibile a chiunque tutti i giorni».
La domanda è: se è vero che sono aperti, perché durante l'anno i luoghi d'arte della città sono poco frequentati? Per Spissu ci sono tre ragioni: «Durante monumenti aperti non si paga, ci sono le visite guidate e facciamo un grande sforzo organizzativo, impossibile da ripetere più volte all'anno, e di comunicazione». Giuseppe Murru, altro pilastro dell'organizzazione, evidenzia quest'ultimo aspetto. «Paradossalmente molti non sanno che 87 monumenti su 102 sono sempre aperti», sottolinea. «In questi anni, con l'aiuto di molte istituzioni, abbiamo lavorato molto per promuovere i monumenti, ma occorre rifarlo». Pellegrini concorda: «Comune, Regione e Provincia dovrebbero fare uno sforzo in più, soprattutto finanziario, per incrementare i siti da visitare e fare una più costante campagna di comunicazione».
TURISTI E magari riuscirebbero a sensibilizzare più cagliaritani ma soprattutto più turisti se è vero, come sostengono albergatori e gestori di B&B e affittacamere, che gli affari in questi giorni sono andati male: «Non abbiamo avuto nessun vantaggio da Monumenti aperti e nemmeno da Sant'Efisio», riferisce Rita Tidu, presidente di Domus kalaritanae, associazione che raggruppa 80 bed and breakfast di Cagliari e provincia. Mauro Murgia, direttore del Caesars hotel e referente della Federalberghi (Confesercenti) conferma: «Ottima iniziativa, ben organizzata, ma non ha portato un turista. Siamo stati noi a dare ai clienti dell'albergo il materiale sulla manifestazione. E sono tornati entusiasti». Il problema, è vero, è la scarsa promozione. «Ma anche il taglio dei voli low cost», aggiunge Tidu.
18 MILA TURISTI Vero è che nel 2009, secondo quanto riferito da Imago Mundi, i visitatori provenienti da fuori Cagliari che hanno firmato i registri sono stati il 15% dei 120 mila registrati ufficialmente. Cioè 18 mila. Tanti. «Per avere il dato di quest'anno bisogna analizzare i registri, lo faremo nei prossimi giorni», spiega Frongia. Se la percentuale venisse confermata significherebbe che i 18 mila turisti arrivano dal resto dell'Isola. Mangiano qui (i ristoranti erano pieni) e a fine giornata tornano a casa.
In ogni caso il dato che verrà fuori sarà interessante sul piano promozionale, meno per la valutazione del successo della manifestazione. Fotografato da un'immagine suggestiva. «Ho incontrato una ragazza cagliaritana che si è trasferita a Milano per studiare all'università», racconta Frongia. «L'avevo conosciuta tredicenne, faceva da guida in uno dei siti aperti al pubblico. Ora ha vent'anni e mi ha detto di essere tornata a Cagliari apposta per fare ciò che fa da sette anni. Un bell'esempio di sensibilizzazione delle nuove generazioni alla cultura della nostra città». Questo, d'altronde, è Monumenti aperti.
FABIO MANCA

11/05/2010