Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Monumenti aperti, oltre centomila visitatori

Fonte: La Nuova Sardegna
10 maggio 2010



Quasi presi d’assalto i centodue siti archeologici, artistici e ambientali


CAGLIARI. Si chiama Eleonora e spiega come sono nate alcune delle prime fortificazioni attorno al rione di Castello. Sono le 14,10 di ieri ed è appena iniziata una delle visite guidate che esplorano i sotterranei del bastione di San Remy. A mezzogiorno già 570 persone avevano visitato i resti di pietra di una Cagliari che dal 1300 arriva sino al dopo ultima guerra mondiale.
Alle ore 20, il numero dei visitatori avrà abbondantemente superato il migliaio. Sotto il Bastione è come fare un salto nel passato più remoto con segni, precedenti alle prime fortificazioni, che parlano anche di una vecchia strada che arrivava sino al rione Marina, con carri e ruote chiodate per superare la salita. E altri che raccontano di vecchie cisterne romane. Mentre si passa in cunicoli che sembrano stretti si scopre che in secoli più recenti erano diventati il dormitorio a tre piani dei carcerati, come dimostrano i buchi nel muro per le catene. Poi alcune feritorie ricordano cannoni di difesa e tecniche militari di tiri incrociati. E robuste volte ad arco - si scopre - reggono ancora le scale esterne che conducono al Bastione. Alla fine Eleonora, porta i turisti sino alla Passeggiata coperta, dove nel 1949 venne tenuta la prima Fiera campionaria della Sardegna del dopo guerra. E il viaggio nel tempo è terminato: Eleonora, studentessa di primo liceo classico (uno dei 2.500 volontari impegnati tra sabato e domenica a illustrare i tesori nascosti della città), saluta e riceve i complimenti per la professionalità della presentazione.
Poco distante, in via Universistà, c’è la biblioteca settecentesca che raccoglie, tra l’atro, ottantamila volumi antichi. Un po’ più lontano, in viale Buoncammino, la biblioteca militare voluta da Vittorio Emanuele II, raccoglie un’altra porzione di memoria. Dopo la testimonianza scritta si torna a quella materiale della cittadella dei musei e della Cattedrale, passando per la Casa Massonica, a suo tempo sede dell’univeristà e anche di un teatro. Per poi continuare in un itinerario culturale e antropologico, per i centodue siti, tra monumenti, itinerari e ambienti che nessuno, però, ha potuto visitare completamente. Ma che l’attenzione mostrata dagli oltre centomila cittadini-turisti, sembra dire che vanno aperti più spesso. Come dire che anche Cagliari può diventare una città-museo aperto, come capita a tanti altri centri d’arte. (r.p.)