Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Vogliamo smettere di aver paura»

Fonte: L'Unione Sarda
10 maggio 2010

Adriana pestata per strada, Marianna perseguitata per mesi: il loro crudo racconto

Sessanta donne vittime di violenza a lezione di autodifesa

Polizia e Comune attivano un corso gratuito di difesa personale destinato alle donne.
Le storie di Adriana e Marianna sono diverse, ma il denominatore comune è lo stesso: la violenza sulle donne. Un mostro che ogni anno genera tragedie e sofferenza, a volte per strada, molto più spesso nel chiuso delle mura domestiche. A loro è capitato di incontrarlo questo mostro, di vederlo in faccia, di trovarselo all'improvviso dentro la propria vita che da quel momento non è stata più la stessa, senza sapere cosa fare per liberarsi dall'angoscia che possa capitare di nuovo.
IL CORSO Per questo, quando hanno saputo del corso di difesa personale organizzato gratuitamente dalla Polizia di Stato e dalla Commissione pari opportunità del Comune, non ci hanno pensato due volte: si sono iscritte subito (per farlo basta chiamare il 320-4251067 e c'è anche un gruppo su Facebook), insieme ad altre cinquantotto donne cagliaritane tra i 18 e i 60 anni. Martedì, nella palestra di via Legnano a Pirri, inizia il primo ciclo di lezioni, che si terranno anche il giovedì e il sabato: 14 ore di pratica, insieme agli istruttori Alessandro De Filippi e Simone Giaquinto del 13esimo reparto mobile della polizia, ma anche di teoria, per imparare a prevenire certe situazioni prima ancora che a neutralizzare un aggressore. «Soprattutto - aggiungono loro - per sentirci più sicure e smettere di avere paura di tutto».
PESTATA PER STRADA Adriana Usai ha 35 anni e una figlia di dieci. Minuta, capelli corti, sorride nonostante le tocchi ricordare una della pagine più brutte della sua vita. «Era la primavera di tre anni fa, stavo andando a prendere mia figlia a scuola, a Selargius, quando con la mia auto ho toccato la ruota di una bicicletta e l'uomo che era in sella è caduto». Un incidente banale, senza gravi conseguenze. «Stavo scendendo per chiedere scusa - prosegue -, ero pronta a prendermi tutte le colpe, ma quello non mi ha dato il tempo: si è rialzato e dal finestrino socchiuso mi ha sferrato un pugno. Poi mi ha tirata fuori e ha iniziato a prendermi a calci, talmente forte che ho perso i sensi. Sono finita in ospedale con due costole incrinate, la faccia gonfia e lividi in ogni centimetro del corpo».
LA PAURA Da quel momento è cambiata. «Sono ancora terrorizzata dall'idea che mi ricapiti». La riprova l'ha avuta due settimane fa: «Stavo parcheggiando in via Buoncammino quando mi si è avvicinato un tizio: urlava, aveva un fare estremamente aggressivo. Ce l'aveva con me perché sosteneva di aver visto il parcheggio per primo: a quel punto io ho iniziato a gridare e a implorarlo di non picchiarmi, tanto che lui mi ha guardato come se fossi pazza. Ecco, lì ho avuto la conferma che quella esperienza mi ha segnato profondamente, per questa ragione ho deciso di fare il corso, per superare la paura ed essere consapevole di poter affrontare certe situazioni».
VITTIMA DI STALKING A Marianna Melis, 31 anni, segretaria, è andata un po' meglio. Nel senso che almeno a lei sono state risparmiate le botte, anche se per mesi ha vissuto l'incubo di ogni vittima di stalking. «Ho lasciato un ragazzo con cui avevo avuto una breve relazione - racconta - e lui non l'ha presa bene. Per settimane mi ha perseguitato con sms osceni e telefonate di minacce, speravo che smettesse, invece diventava ogni giorno più aggressivo. Alla fine l'ho denunciato. È stato un periodo terribile, tornare a casa da sola la sera era un problema, avevo paura che mi succedesse qualcosa di grave». Poi la persecuzione è finita, ma quell'esperienza l'ha convinta che, per una donna, imparare a difendersi è una necessità. «Questo corso è una cosa utilissima, è importante che una donna sappia come affrontare certe persone, sia psicologicamente che fisicamente, se serve. E soprattutto non c'è bisogno di aspettare che ti capiti qualcosa di spiacevole per decidere di imparare a difendersi».
MASSIMO LEDDA

09/05/2010