Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Ghetto degli ebrei in Castello? No, era la caserma di San Carlo

Fonte: L'Unione Sarda
6 maggio 2010

L'itinerario. Da Porta Cristina partirà la visita nella Giudaria

Ci fu davvero a Cagliari una comunità giudaica? E, se così fu, dove e in che modo si sviluppò? E perché sparì? Per dare una risposta a queste domande, la quattordicesima edizione di Monumenti Aperti propone un nuovo itinerario alla scoperta del quartiere ebraico della città.
GHETTO, DICITURA ERRONEA Che un tempo Cagliari dovette ospitare tra le sue mura una comunità ebraica, è cosa ben nota se non altro per la sopravvivenza di una dicitura “ghetto degli ebrei”, per giunta erronea, con la quale i cittadini sono soliti indicare la ex caserma di San Carlo in Castello. Una caserma edificata in epoca sabauda che di giudaico non ha niente, se non il fatto di sorgere laddove un tempo era concentrata una fiorente e popolosa comunità giudaica.
Ed è proprio tra le strette vie della juharia del Castello che i volontari della manifestazione, preparati dalla professoressa Cecilia Tasca, attenta studiosa di queste vicende storiche, condurranno i visitatori, per esplorare i resti e gli echi della comunità che aveva il suo fulcro nella zona attorno alla Basilica di San Sepolcro, ove originariamente si trovava la sinagoga.
I PRIMI NUCLEI DI EBREI Anche se nuclei di ebrei giunsero nell'isola, secondo le attestazioni, già a partire dal 19 dopo Cristo, le prime colonie ebraiche ben organizzate si formarono solo dopo la conquista della Sardegna da parte dei catalano-aragonesi nel 1323.
Sarà infatti nell'antica via dell' Orifayn (via dell'Elefante), meglio nota nella parte superiore come via della Fontana, nella zona dell'attuale via Santa Croce, che vennero assegnate le case ai primi ebrei, in prevalenza medici di chiara fama, giunti assieme alle truppe reali dell'infante Alfonso.
LA COLONIA PIÙ POPOLOSA Ma quella che si formò a Cagliari tra il 1323 e il 1492, fu una colonia ebraica grossa, la più popolosa della Sardegna il cui quartiere arrivò ad occupare un terzo della superficie del Castello, medici, mercanti, artigiani, sarti e fabbri che vivacizzarono l'economia della città fino alla loro definitiva espulsione operata da Ferdinando il Cattolico nel 1492.
Per le visite il punto d'incontro sarà a Porta Cristina sabato 8 dalle 16 alle 20 e domenica 9 dalle 9 alle 20.
GIULIA MAMELI

06/05/2010