Rassegna Stampa

Il Sardegna

«L'Anfiteatro? Solo un rudere e il legno copre un burrone»

Fonte: Il Sardegna
28 aprile 2010

Il caso. Frasi choc dell'assessore Pellegrini alla presentazione della stagione musicale

Il Soprintendente Minoja:«Tagliata la testa a tutti i resti archeologici del mondo »  Roberto Murgia roberto.murgia@epolis.sm

Un rudere, un bel rudere. Ma pur sempre un rudere. Alla presentazione della stagione concertistica estiva l'assessore comunale alla Cultura, Giorgio Pellegrini, ha definito così l'Anfiteatro romano di viale fra' Ignazio, cioè l'arena che ospiterà gli eventi musicali. Ha detto: «Io sono futurista, non bisogna guardare al passato, e bisogna rendersi conto che l'Anfiteatro romano è un rudere. Un bel rudere, ma pur sempre un rudere. Non dimentichiamo che i cagliaritani lo conoscevano come “Sa scala manna”». Poi, quasi a voler difendere a tutti i costi la funzione di arena dell'anfiteatro: «In fondo le tanto contestate assi in legno che cosa coprono? Solo un burrone ». Frasi forti, quanto meno azzardate, tanto che il sindaco Emilio Floris, presente anche lui alla conferenza stampa, un po' imbarazzato ha ricordato che il tema dell'incontro con la stampa era un altro. Il suo assessore, però, in tutta risposta se n'è uscito con un viva il futurismo finale.
 «ALLORA PURE IL COLOSSEO è un rudere». Il Soprindente per iBeni Archeologici Marco  Edoardo Minoja, è sbigottito: «Non ho sentito le parole di Pellegrini con le mie orecchie, ma quello che avrebbe detto taglia la testa a tutti i resti archeologici del mondo». Per Minoja l'approccio di Pellegrini è semplicistico, sbrigativo. In una parola, «sbagliato, perché allora dovremmo considerare rudere qualsiasi bene di grande valore archeologico». Quanto all'anfiteatro romano, «c'è poco da dire - continua il Soprintendente - quelle strutture in legno sono deturpanti per il monumento, visto che hanno già lesionato le antiche strutture sottostanti che nel frattempo si sono deteriorate ».
MA PER PELLEGRINI si tratta di un burrone e niente più. Poi c'è l'aspetto della concessione: «Adesso - spiega Marco Minoja - non ho le carte sotto gli occhi, ma mi risulta che la concessione per il mantenimento delle strutture in legno sia scaduta da tempo». Una condotta diversa, quella della nuova Soprintendenza, rispetto a quella tenuta dalla vecchia. Che nel 2006 si era “meritata” una lettera di fuoco sottoscritta da archeologi e intellettuali (tra gli altri, l'accademico dei Lincei, Giovanni Lilliu e l'archeologa, Maria Antonietta Mongiu). C'era scritto: «Non sono stati rispettati gli accordi che prevedevano la rimozione di gradinate in legno e impalcature», le stesse che tutt'ora ricoprono l'Anfiteatro romano. Accordi che prevedevano la rimozione entro il 2004, «ma la Soprintendenza non vigilò». Quattro anni dopo le gradinate in legno sono ancora lì. E l'assessore alla Cultura è contento così

Le chiavi

Il progetto annunciato

Un anno fa il Comune annunciava un nuovo progetto per ridimensionare le tribune in legno, Un intervento che richiederà il sacrificio di almeno 500 posti a sedere, finalizzato a garantire più visibilità al monumento.

Manutenzione da 200mila euro

Intanto, ogni anno, la messa in sicurezza delle tribune in legno in vista della stagione concertistica estiva viene a costare duecentomila euro

«Tribune bellissime»
Per l'assessore alla Cultura, Giorgio Pellegrini, l'Anfiteatro romano di viale fra' Ignazio, è sempre stato un fiore all'occhiello. Comprese le sue tribune in legno, che, diceva a marzo del 2009, «sono bellissime. Riceve complimenti anche a livello nazionale». All'Anfiteatro Pellegrini non ha mai voluto rinunciare, anche quando si era profilata l’idea di uno spazio per i grandi eventi al Molo Ichnusa.