L'inchiesta. Ancora fermo il progetto di ripresa della produzione del sale. Il nuovo direttore arriverà dopo le elezioni
Molentargius sospeso tra opere inutili e nomine politiche
Dal 1988 a oggi per Molentargius sono stati spesi quasi 70 milioni di euro, garantiti da finanziamenti statali e regionali. Il Parco però, istituito dieci anni fa, non decolla.
I primi soldi arrivano nel 1988: Giovanni Goria, presidente del Consiglio diccì , poco prima di passare il testimone a Ciriaco De Mita vara una finanziaria che da queste parti molti giudicarono come una svolta. Centoventi miliardi di lire per degli «interventi di salvaguardia» dello stagno di Molentargius, allora miracolosamente popolato di fenicotteri nonostante i cani randagi, l'abusivismo edilizio e le discariche sparse nei 1.622 ettari di quella che molti chiamavano la “Camargue sarda”. L'obiettivo, condiviso da tutti: trasformare un'area dove vivevano e vivono 230 specie di uccelli, rane, tartarughe, crostacei e serpenti in un Parco naturale. Dopo ventidue anni a Molentargius è cambiato poco, a parte il conto del denaro speso: ai fondi necessari per dar gambe al consorzio Ramsar (che ha progettato e eseguito le opere finanziate dallo Stato) si sono aggiunti anche quelli della gestione ordinaria dell'Ente che controlla l'oasi. Un milione e seicento mila euro all'anno (garantiti dal 2005 dalla Regione) che il Parco spende per pagare i propri dipendenti (15 in tutto), fare piccoli interventi di manutenzione, liquidare le bollette dell'Enel che spesso superano i 300 mila euro. Illuminazione costosa? No: nell'area verde non c'è neanche un lampione, in compenso il sistema di equilibrio di laghi, laghetti e stagni è affidato a paratie mosse da impianti elettrici, che assorbono kilowatt come spugne.
IL BILANCIO Se i 60 milioni di euro statali si sommano ai quasi 10 regionali, si arriva a quota 70. Un pozzo senza fondo dove il rilancio è legato, manco a dirlo, ad altri soldi: «Per riprendere la produzione del sale, uno degli traguardi più importanti per il Parco, servirebbero dai 3 ai 5 milioni di euro», racconta Gigi Ruggeri, sindaco di Quartu e presidente dell'Ente. In attesa dei fondi, «gestiamo l'esistente e manteniamo in vita un sistema complesso». Un moribondo a cui non si può staccare la spina, dove negli anni sono stati creati servizi per avvicinare turisti e cittadini sulle sponde dello stagno: noleggio e scambio di biciclette, corsie di jogging, punti di osservazione per gli uccelli. Tutto fermo, o quasi: «Il bird watching è momentaneamente congelato», dice una voce femminile che risponde al telefono dell'Info-point. Anche il bike sharing, non è decollato: «Problemi tecnici», impossibile saperne di più. Correre in mezzo ai canali dell'oasi? Si può fare, ma dalle 8 alle 20, orario che certo non viene incontro agli sportivi (tanti, basta fare un salto al Poetto o allo stadio) che possono allenarsi prima o dopo questi orari.
LE COMITIVE In compenso il percorso naturalistico è visitato dagli alunni delle scuole elementari e medie, che l'associazione “Parco Molentargius - Saline - Poetto” guida tra i canneti e le stradine bianche attraversate da polli sultani e ricci. Non certo gratis: il 16 novembre del 2009 il consiglio direttivo dell'Ente ha deliberato «lo stanziamento di 25 mila euro per il rinnovo dell'intesa a favore dell'Associazione». Non sono gli unici soldi spesi dal Parco. Da pochissimo si sono conclusi i lavori di manutenzione straordinaria dei canali: «L'alluvione del 2008 ci ha messo in ginocchio. Buona parte degli argini sono stati distrutti. In un ecosistema che si basa sull'equilibrio dell'acqua dolce e salata, questo è gravissimo: si rischia che gli uccelli e gli altri animali se ne vadano», ricorda Ruggeri (dal 2008 non percepisce più l'indennità da presidente), che aggiunge il costo: «Circa 300 mila euro».
IL NODO DEL DIRETTORE Nel frattempo, Molentargius è rimasto anche senza direttore: Mariano Mariani, in carica dal 2006, si è dimesso quasi un anno fa, dopo le elezioni regionali (era stato nominato direttore generale per l'innovazione tecnologica). Il suo posto è stato preso temporaneamente da Marco Loddo, funzionario del Comune di Quartu che sta traghettando il Parco (istituito nel 1999) fino alla nomina di un altro direttore. Che non arriverà prestissimo: dell'Ente fanno parte i sindaci dell'area interessata e la Provincia. E l'accordo sul nome, ovviamente, verrà trovato dalla nuova assemblea. Dopo le elezioni di maggio, senza fretta, si cambierà.
MICHELE RUFFI
28/04/2010