Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Occupazioni, arriva l'ondata di sfratti

Fonte: L'Unione Sarda
19 aprile 2010

Area ha già notificato alcuni sgomberi nei quartieri di Is Mirrionis e Sant'Elia, che potrebbero essere eseguiti a fine mese

Oltre 160 abusivi in città, il Prefetto chiede un giro di vite

Nel giro di qualche mese potrebbero essere completate le nuove case (in tutto 20 alloggi) di proprietà comunale in via Corsica.
L'ultimo blitz risale a giovedì sera. Si era liberato un appartamento popolare in via Granatieri di Sardegna - causa morte dell'inquilino: motivo agghiacciante se non fosse ormai routine - e una ventinovenne cagliaritana, incinta e con una bimba piccola, ha occupato l'alloggio. Appena un mese fa invece una famiglia di rumeni ha rotto i lucchetti del cancello della vecchia fabbrica Zedda Piras di viale Ciusa. Hanno vissuto per qualche settimana nei ruderi della distilleria fino a quando gli operai della cooperativa “Sa striggiula” (che ha un deposito lì dentro e cura la custodia del complesso industriale) li ha convinti, pare con le buone, a trovare un'altra abitazione.
LA RIPRESA Due sintomi che confermano la ripresa di una vecchia malattia della città: le occupazioni di case popolari e edifici abbandonati. Le statistiche dell'assessorato comunale al Patrimonio parlano chiaro: in questo momento ci sono 154 inquilini abusivi in altrettante abitazioni. «In 132 casi ci sono persone o intere famiglie che hanno “sfondato”, cioè sono entrati abusivamente in alloggi assegnati ad altri. Poi ci sono 22 inquilini che avevano titolo a vivere in quelle case, ma sono stati dichiarati decaduti per morosità o altri motivi», racconta l'assessore Patrizio Mulas. Che aggiunge: «Quasi tutti sono già destinatari di un'ordinanza di sfratto Ma la maggior parte di questi provvedimenti è stata sospesa». Anche Area (agenzia regionale per l'edilizia abitativa) ha notificato in questi giorni diverse ordinanze di sgombero.
IS MIRRIONIS E S.ELIA I quartieri interessati sono Is Mirrionis e Sant'Elia, e la scadenza prevista è per il 27 aprile. Ma è difficile che vengano eseguiti in questi giorni: sfratti di questo tipo devono essere concordati con prefetto, servizi sociali del Comune e forze dell'ordine. Nonostante tutto nei rioni popolari comincia a esserci fermento e c'è chi pensa - nel caso i provvedimenti siano portati a termine - a una manifestazione di protesta. Si vedrà.
LA RIUNIONE È certo che nell'ultima riunione in Prefettura sull'argomento, Giovanni Balsamo ha chiesto - come per il caso dell'occupazione di Giorgino e dei parcheggiatori abusivi - un ripristino della legalità. Che tradotto in termini pratici significa sgomberi. «Da parte nostra abbiamo dato piena disponibilità, interverremo dove si può. Spesso dietro una casa occupata c'è una donna incinta o una persona malata e allora non si può procedere con lo sgombero. Comunque gli abusivi non possono essere ammessi nella graduatoria degli alloggi popolari».
NUOVE CASE Nel giro di qualche mese potrebbero essere completate le case, di proprietà comunale, in via Corsica, che si aggiungeranno a quelle di via della Pineta. E allora sul mercato - ultimamente asfittico: non ci sono assegnazioni da due anni - dell'edilizia popolare entreranno 20 nuovi alloggi. Una boccata d'ossigeno che probabilmente eviterà il ritorno dell'abusivismo dilagante dei primi anni Duemila.
In 30 anni ci sono state, secondo l'Uniat (Unione nazionale inquilini, ambiente e territorio) oltre 682 occupazioni. Molte di queste si sono concentrate nell'ultimo decennio.
MICHELE RUFFI

18/04/2010
la fabbrica
La Zedda Piras si trasforma in tetto per i rumeni


Le occupazioni, racconta Marco Lallai, presidente del consorzio Area Urbana, sono cicliche: «Ogni tanto qualcuno rompe i lucchetti e entra abusivamente negli edifici. Gli ultimi sono stati dei rumeni, circa un mese fa, prima c'è stata una famiglia di cagliaritani». La vecchia fabbrica della Zedda Piras, tra viale Ciusa e il quartiere Fonsarda, è un obiettivo invitante: capannoni e edifici abbandonati, a due passi dal centro della città. I rumeni avevano rotto i lucchetti che chiudevano i cancelli d'ingresso ed erano entrati nel complesso industriale. Nel giro di qualche giorno però sono stati scoperti dagli operai della cooperativa “Sa striggiula”, che ha un piccolo deposito nella struttura e custodisce la vecchia distilleria. L'anno scorso, stessa scena. «Solitamente si tratta di barboni o sbandati», dice Lallai.
Esiste un programma di recupero (che ha vinto nel 2007 uno dei premi del concorso di idee indetto dall'assessorato regionale agli Enti locali) che riguarda l'area industriale. Il complesso, che apparteneva agli eredi Zedda, è stato venduto circa 5 anni fa al Consorzio Area Urbana, che negli ultimi vent'anni ha costruito circa 1.500 alloggi. (m.r.)

18/04/2010