Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Amore, morte e melodia infinita

Fonte: L'Unione Sarda
15 aprile 2010

Musica. Domani in scena alle 20,30 al Teatro Lirico di Cagliari l'opera del compositore tedesco

“Olandese volante”, così Wagner sublimò il mito
Passioni accese, ma anche antipatie feroci. Difficile trovare un musicista che più di Wagner sappia suscitare sentimenti radicali e contrastanti.
Se da un lato c'è l'ironia graffiante di Woody Allen - che fa dire a un suo personaggio «ogni volta che lo sento mi viene voglia di invadere la Polonia!» - dall'altro si trovano le folle osannanti che ogni anno si recano in pellegrinaggio laico al festival wagneriano di Bayreuth.
Di sicuro Wagner ha egualmente influito su seguaci ed avversari. E il suo Der fliegende Holländer ( L'olandese volante ) noto in Italia anche come Il vascello fantasma , segna la prima drastica presa di distanza dall'opera convenzionale. Una vicenda di forte interiorità che può essere letta sia in termini reali sia simbolici e che, da domani sera alle 20.30, torna a Cagliari in un allestimento del Teatro Lirico, da una produzione originale dell'Opéra National de Bordeaux.
Scritto inizialmente come atto unico, in contrasto con la tradizione, oggi l' Olandese volante viene però eseguito generalmente in tre atti. Rappresentata nel 1843 a Dresda, l'opera si dipana tra tematiche simboliche intorno ad un'antica leggenda nordica. Wagner ne ricavò un soggetto drammatico dopo aver letto Aus den Memoiren des Herrn von Schnabelewopski di Heinrich Heine, che lo colpì con la sua storia di un navigatore olandese condannato dal diavolo a vagare sui mari per l'eternità, fino a quando l'amore fedele di una donna non l'avesse redento.
Wagner trasformò la leggenda in una sorta di grande ballata scenica, dove a contare sono essenzialmente i significati ideali. E dove si fanno avanti i temi della maledizione e della redenzione: pensieri fissi del teatro wagneriano.
Così come Verdi viene visto come la chiave di volta dell'opera italiana ottocentesca, Wagner rappresenta il culmine del romanticismo tedesco. La sua rivoluzione teorica porta nel dramma musicale cambiamenti radicali e, nel nome dell'unità dell'arte, lega strettamente parola, suono e dramma. La ricerca della cosiddetta melodia infinita lo porta all'abolizione di quelli che erano il recitativo, l'aria, il duetto, i concertati, attraverso la costruzione di un tessuto armonico complesso, con continue modulazioni.
Nell'Olandese volante le forme chiuse cominciano così ad essere superate: la melodia procede senza interruzioni, e compaiono i primi leitmotiv, i motivi musicali conduttori, quelle melodie associate a personaggi, oggetti o concetti astratti che diventeranno il simbolo del teatro musicale wagneriano.
La storia parte dalla tradizione del folclore nordico: un navigatore olandese che non riesce a realizzare il suo sogno di doppiare il Capo di Buona Speranza, dopo l'ennesimo fallimento impreca contro Dio ed è per questo condannato a vagare per i mari fino al giorno del Giudizio. Per trovare la pace ha una sola possibilità: ogni sette anni può approdare per cercare una sposa che gli resti fedele fino alla morte.
Da qui Wagner aggiunge di suo il dramma sentimentale e simbolico. Nel corso di una tempesta il vascello fantasma incontra la nave del capitano Daland, che attratto dalle immense ricchezze dell'Olandese, gli promette in sposa la figlia Senta, garantendo sulla sua virtù. Il destino vuole che Senta sia già da tempo affascinata dalla leggenda dell'Olandese volante, e così quando i due si incontrano è amore appassionato. La fine del peregrinare dell'Olandese sembrerebbe vicina, ma per un tragico malinteso, vedendo Senta vicino ad un vecchio pretendente e credendo di esser stato tradito l'Olandese torna sul vascello per riprendere il suo peregrinare. Per provare all'amato la sua fedeltà fino alla morte, Senta si getta in mare, rompendo così la maledizione.
A Cagliari l'opera può contare sull'interpretazione di un gruppo internazionale. A partire dal direttore, Marko Letonja, e dalla regista italoamericana Francesca Zimbello. Nel cast, venerdì, Daland, il navigatore norvegese è il basso Gudjun Oskarsson, Senta, sua figlia, il soprano Adrienne Dugger, l' Olandese, il baritono Giorgio Surian, Erik, il tenore Albert Bonnema, Mary, nutrice di Senta, il mezzosoprano Katja Boost; infine il timoniere è il tenore Gianluca Floris.
GRECA PIRAS

15/04/2010