Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Il giro del mondo in solitario del “turco pazzo”

Fonte: L'Unione Sarda
15 aprile 2010

Ospite del Nautic Show

Tre del mattino, un botto. Il terrore di essersi incagliato. Il sollievo di scoprire che non era uno scoglio, ma il dorso di una balena addormentata. È l'aneddoto di chiusura di un intenso viaggio di immagini e parole, tre anni in solitaria intorno al mondo, raccontati dal suo protagonista: il navigatore turco Ozkan Gulkaynak, ospite ieri al Nautic Show Sardinia.
IL RITORNO A Cagliari, ma a Marina Piccola, era già stato quattro anni fa. Era l'inizio della sua avventura su Kayitsiz III, otto metri in legno costruito interamente da solo. Lo strumento di un sogno semplice e comune, di quelli che si coltivano da bambini e spesso restano nel cassetto: girare il mondo. «La maggiore difficoltà è stata convincere mia madre», ha raccontato durante una presentazione informale, corredata da decine e decine di scatti di visi, panorami selvaggi, animali e tramonti, «perché non sapevo come fare: ho rilasciato un'intervista, l'ha letta sul giornale e ha capito». Non era un capriccio, una follia, ma il bisogno cosciente di un uomo di quarant'anni di conoscere meglio il mondo, e se stesso. A costo di vanificare una laurea in economia e un posto sicuro nei trasporti.
GIRO DEL MONDO Non avevano pensato, tutti e due, che questo percorso interiore sarebbe durato ben tre anni. Dalla Turchia alle Azzorre, da Panama alla Polinesia fino all'Australia, Sud Est asiatico ed Egitto. Senza alcun gps e strumento elettronico, solo con bussola e sestante. Attraverso tre oceani, la paura di incontrare i pirati e il rischio di essere scambiato per uno di loro. «Il motore mi ha fatto penare per tutto il viaggio ma il momento peggiore è stato restare senza gasolio e vento in contemporanea», ha ricordato, «un mercantile americano ha accolto la richiesta di aiuto ma, temendo un mio assalto, ha lanciato due taniche a due miglia di distanza: ho dovuto recuperarle con il tender». Il resto è desiderio di cibo italiano. Dopo pochi giorni a terra il ritorno nel blu. «Non potevo consultare le condizioni meteo, ma non m'importava: sentivo di doverlo fare, anche quando ho passato settimane a letto, in Indonesia, per un attacco di tifo».
IL FUTURO Da pochi mesi è tornato a casa. Alla ditta di import export di trasporti non è più tornato, almeno per lavorare. Ora il crazy turkish , il turco pazzo, come è stato soprannominato durante il suo viaggio, passa le sue giornate alla scrivania: mette i ricordi su pc, a breve diventeranno un libro. Dopo, forse, una nuova impresa. Il mare per lui non ha più sorprese, ma i fiumi sì.
CLARA MULAS

15/04/2010