la curiosità
Un affascinante viaggio attraverso la storia della Sardegna dall'era dell'ossidiana fino ai giorni nostri. Il progetto si chiama “La macchina del tempo” e da settembre ha già coinvolto nove scuole medie della città: Foscolo, Alfieri, Pirri 1 e 2, Mulinu Becciu, Spano, Ciusa, Colombo e Regina Elina. “Conoscere il passato per capire il presente” è lo slogan dell'iniziativa finanziata dall'Assessorato comunale alle Politiche scolastiche e realizzata da un giovane antropologo Fabrizio Manca Niccoletti (33 anni di Cagliari). «Il progetto - spiega lo stesso Niccoletti - nasce dal desiderio di far conoscere la storia della Sardegna, dalle origini fino all'età odierna, evidenziando gli aspetti di tutta la cultura sarda antica di cui quella contemporanea rappresenta l'esito. L'obiettivo è soprattutto quello di spingere gli alunni a porsi come interlocutori attenti e propositivi per consentir loro un approccio alla storia intesa come disciplina viva».
LE LEZIONI La novità è l'assenza delle canoniche lezioni di storia (a volte noiose), sostituite da un “racconto”, il più possibile coinvolgente, delle vicende isolane. «Agli alunni abbiamo proposto un viaggio - riprende l'antropologo - che comincia venti milioni di anni fa quando la nostra isola non era ancora un'isola, quando la Sardegna insieme alla Corsica e alle Baleari faceva parte della zattera che andò alla deriva fino a occupare l'attuale posizione». A quando sono attestate le prime tracce umane? Quali le genti che arrivarono nell'isola in un secondo momento? Questi i primi spunti di riflessione, per poi arrivare a parlare della civiltà nuragica e delle varie dominazioni, dai fenici agli spagnoli, che via via si susseguirono. «Il filo conduttore è il concetto di identità culturale - conclude Niccoletti - e abbiamo cercato di guidare i bambini alla presa di coscienza della realtà in cui vivono, della memoria storica di cui essa è depositaria, dei cambiamenti che la interessano, delle esigenze e dei problemi che la caratterizzano, allo scopo di contribuire a superare i motivi di disagio e di disorientamento e di giungere preparati al confronto con altre culture, spesso più forti o avvertite come tali». ( p.l. )
13/04/2010