Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Porto canale? Gravi responsabilità»

Fonte: L'Unione Sarda
27 giugno 2008

Trasporti. Il numero uno di Moby fa il punto sulla crisi dei container e parla di turismo: luglio e agosto saranno difficili

Onorato: Regione e Contship devono rilanciare lo scalo
Il numero uno di Moby chiede un rilancio del Porto canale e accusa la Regione e Contship per la crisi dello scalo.
Quando si parla di Porto canale, la sua voce diventa più flebile. È il segno della «pena che provo a vedere questa situazione», spiega Vincenzo Onorato, armatore di Moby, la compagnia leader in Sardegna per numero di passeggeri trasportati. Da quando il mercato del Nord Sardegna si è aperto alle compagnie private, le navi con i Looney Tunes hanno superato quelle più seriose della Tirrenia e vanno avanti su e giù per il Tirreno cariche di turisti e sardi. Nonostante il caro-carburante e i redditi che gli italiani vedono assottigliarsi sempre più, «il numero dei passeggeri fino a giugno è stato buono, ma le previsioni per luglio e agosto non sono ottime. Il caro-carburante colpisce le famiglie e le prime voci che tagliano sono proprio quelle delle vacanze», spiega Onorato. Ma il maggior cruccio dell'imprenditore sardo-napoletano, il padre di Mascalzone latino (imbarcazione che ha preso parte all'ultima Coppa America), in questo momento è la crisi del Porto canale a Cagliari.
Ieri Cict ha firmato la cassa integrazione per 195 persone: una trentina di loro potrà spostarsi in altri porti. È il funerale del Porto canale?
«Guardi, questa situazione sarebbe davvero ridicola se non fosse drammaticamente paradossale. Cagliari ha una posizione tale che rappresenta la piattaforma logistica ideale per il transhipment nel Mediterraneo. Non solo. C'è una situazione ideale, con spazi molto ampi. Quale miglior posto per far crescere una grande base logistica? E pensi che in Africa si stanno specializzando proprio nella logistica».
E allora?
«Credo che ci siano responsabilità enormi se Cagliari si trova in questa situazione».
Facciamo i nomi.
«C'è una responsabilità politica, della Regione, e poi da parte di chi ha voluto portare tutto a Gioia Tauro. Contship gestisce sia Cagliari che lo scalo calabrese. Probabilmente si doveva creare maggiore concorrenza tra i due scali, mentre si è preferito accentrare tutto su Gioia Tauro, ma si deve rilanciare Cagliari».
Non è che in questo momento è più conveniente tagliare le tappe intermedie?
«Non facciamo confusione. L'antagonista di Cagliari, sull'intero Mar Mediterraneo, è soltanto Gioia Tauro. Non ci sono potenzialmente altri antagonisti di Cagliari».
Come uscire da questa situazione?
«Ci vuole un serio e profondo intervento della Regione e a livello centrale. E poi Contship deve assumersi le responsabilità».
C'è da dire però che a Gioia Tauro è stato firmato un accordo di programma per potenziare le infrastrutture.
«Questo conferma quello che dicevo: non c'è stata attenzione per Cagliari, nonostante la sua vocazione geografica. Basti pensare che nel Porto canale possono arrivare le grandi navi e poi scaricare sulle piccole le merci da distribuire in tutto il Mediterraneo. Ma non è mai stato risolto il problema delle gru per le navi più grandi».
E i vostri progetti per il Porto canale?
«Io ci credo ancora: ho investito 24 milioni di euro nel Porto canale. Ma questa situazione è una tragedia. Inoltre, già da dieci anni portiamo avanti un progetto per un grande bacino di carenaggio all'interno dell'area, dove far crescere aziende di meccanica navale».
Nei giorni scorsi è tornata d'attualità la vicenda Tirrenia. Sembra che il Governo sia intenzionato a non rinnovare la convenzione oltre il 2008.
«Sono scettico su Tirrenia. Una reale privatizzazione della compagnia deve passare attraverso un segno evidente, come per esempio la sostituzione dell'attuale amministratore delegato Franco Pecorini. Se venisse ancora riconfermato, dopo 23 anni, la storia della privatizzazione diventerebbe una barzelletta».
Confitarma, l'associazione degli armatori, è pronta a costituire una cordata per privatizzare Tirrenia. Ci sarà anche Moby?
«Intanto, sono curioso di vedere a fine anno i conti di Tirrenia. Credo che con gli effetti del caro-carburante la compagnia diventi sempre meno privatizzabile».
Come affrontate l'aumento del prezzo del petrolio e quindi i rincari del carburante: avete ritoccato le tariffe?
«È un problema non affrontabile, non ci sono soluzioni, se il prezzo resta così alto. Ma le tariffe le abbiamo ritoccate al ribasso e non al rialzo. Ribadisco, quando le famiglie sono in difficoltà, la prima cosa a cui rinunciano sono proprio le vacanze».
GIUSEPPE DEIANA

27/06/2008