Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Zona franca, il Comune tra gli azionisti

Fonte: L'Unione Sarda
9 aprile 2010

Anche Regione e Provincia acquisteranno quote della società di Autorità portuale e Cacip

Entro l'anno la gara per l'insediamento di nuove imprese

Il Piano di sviluppo dell'area di Macchiareddu ha ricevuto il via libera dal Comitato portuale.
Il primo passo sarà un riassetto societario: Regione, Comune, Provincia e Camera di commercio diventeranno azionisti della “Zona franca di Cagliari”, società consortile fondata nel 2001 (costituita da Autorità portuale e Cacip) per gestire l'area industriale che si sviluppa alle spalle del Porto canale di Macchiareddu. La ricetta si conosce da circa vent'anni, e si può riassumere così: attirare nuove imprese, dunque creare posti di lavoro, assicurando un esonero dalla tasse doganali e un particolare regime giuridico, ovviamente favorevole alle aziende.
IL BANDO La seconda mossa sarà l'approvazione del Piano di sviluppo della free zone , che arriverà non appena si insedierà il nuovo consiglio di amministrazione - si passerà da 4 componenti a 3, nominati da Regione, Authority e Cacip - quando gli enti ufficializzeranno il proprio ingresso nel capitale sociale. Rimescolamento di poltrone a parte, questo significa che entro l'anno potrebbe vedere la luce il bando internazionale per la concessione delle aree e il successivo insediamento delle imprese.
IL COMUNE La notizia di queste ore però riguarda i cambiamenti nell'azionariato della società: la Giunta comunale si prepara ad approvare una delibera con la quale acquisterà (con 28 mila euro) il 10 per cento delle quote. Lo stesso farà la Provincia. La Regione invece avrà il 26 per cento, come Autorità portuale e Cacip. L'unica ad avere già ufficializzato l'ingresso nella società (con il 2 per cento) è la Camera di commercio di Cagliari.
IL PIANO È inutile dire che il vero fulcro della Zona franca sarà il Piano di sviluppo: la bozza del documento ha ricevuto poche settimane fa un primo via libera durante la penultima riunione del Comitato portuale (un organismo dove siedono i rappresentanti di tutti gli enti pubblici già citati, più quelli di Capitaneria e delle varie categorie di lavoratori coinvolti) e sarà il primo argomento che verrà affrontato dal nuovo consiglio di amministrazione. «Sarà convocato appena tutti i nuovi soci approveranno l'ingresso nell'azionariato», precisa Paolo Fadda, presidente dell'Autorità portuale e della “free zone”. Questione di giorni, visto che sia il Comune che la Provincia e la Regione hanno già pronte le delibere. Poi si lavorerà alla gara internazionale per selezionare le aziende. Se è difficile che nell'area si insedino imprese sarde - un porto franco defiscalizzato fa gola a grosse società che lavorano “estero su estero” - di sicuro il bando metterà paletti decisivi per uno sviluppo che coinvolga la città e tutta la provincia: «I requisiti che verranno richiesti sono tanti. Nella selezione avrà un peso, ad esempio, il rispetto per l'ambiente e i programmi sull'occupazione», dice Fadda.
BARCELLONA Per avere un'idea di quello che potrebbe succedere, si può guardare cosa è avvenuto a Barcellona: nei terreni dietro il porto industriale sono stati costruiti magazzini e uffici. Nel Polígon Industrial de la Zona Franca , sotto Montjuic, sono arrivate circa 100 aziende. Swarovski , Albertis, H & M moda, Panasonic, Shell, Fila Sport, tanto per citare le più famose. Risultato, più di 700 posti di lavoro tirati su dal nulla, più altrettanti di indotto.
MICHELE RUFFI

09/04/2010