Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Famiglie, i redditi calano del 2,8%: si torna agli anni '90

Fonte: L'Unione Sarda
9 aprile 2010

Istat Risparmio ai minimi storici

La crisi si è abbattuta come una scure sui redditi delle famiglie, riducendo i loro risparmi al lumicino. Nell'anno appena concluso infatti, secondo i dati diffusi ieri dall'Istat, il reddito disponibile delle famiglie in valori correnti è diminuito del 2,8% rispetto al 2008, la contrazione più ampia dagli anni Novanta, e la propensione al risparmio è scesa al 14%, il livello più basso sempre degli ultimi vent'anni. E non sono state risparmiate nemmeno le società non finanziarie, che hanno visto la quota di profitto scendere ai minimi da quando esistono le serie storichee dell'Istituto di statistica. Una fotografia che non sorprende consumatori e sindacati, che da tempo denunciavano una situazione diversa da quella dipinta dal Governo.
I REDDITI Il dato fornito dall'Istituto guidato da Enrico Giovannini evidenzia, insieme al calo del reddito nominale (-2,8% rispetto al 2008 e -0,2% rispetto al trimestre ottobre 2008-settembre 2009), anche una contrazione del reddito reale, il potere d'acquisto, che lo scorso hanno ha segnato un -2,6% rispetto all'anno precedente e un -0,2% rispetto al trimestre precedente. Con meno soldi nel portafogli gli italiani hanno conseguentemente ridotto anche i consumi: la spesa per consumi finali è diminuita dell'1,9% su base annua e dello 0,1% rispetto al trimestre precedente.
IL RISPARMIO Ai minimi storici anche la propensione al risparmio, scesa nell'ultimo trimestre del 2009 al 14%, lo stesso livello del trimestre precedente, ma 0,7 punti percentuali in meno rispetto al 2008. Prosegue inoltre la flessione del tasso di investimento delle famiglie, sceso all'8,8% (-0,2 punti percentuali su base mensile e -0,7 punti su base annua) a causa di una riduzione degli investimenti (-2,2%) ben superiore a quella del reddito disponibile.
LE SOCIETÀ Il 2009 è stato un anno nero anche per le società non finanziarie, che hanno visto la quota di profitto ridursi in un anno di 1,8 punti percentuali (+0,4 punti percentuali rispetto al trimestre precedente) al 40,3%, toccando il livello più basso dagli anni Novanta. Questi dati sono «la gravissima dimostrazione del fatto che la situazione in cui versa il Paese è ben diversa da quella continuamente invocata dal partito degli ottimisti», hanno commentato Adusbef e Federconsumatori.

09/04/2010