Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Primo maggio, serrata dietro l'angolo

Fonte: L'Unione Sarda
7 aprile 2010

Un'ordinanza vieta l'apertura della grande distribuzione anche per Ferragosto, quando i negozi del centro non lavorano

Gallerie commerciali chiuse per forza: è polemica

I negozi del centro avranno la facoltà di aprire, ma in pochi, negli ultimi anni, hanno scelto di farlo. Con le città mercato chiuse per forza sarà difficile fare acquisti.
Dopo la serrata di Pasquetta, per il Primo maggio si replica: la grande distribuzione non potrà aprire per rispettare l'ordinanza sindacale del 18 marzo scorso, e i negozi e le botteghe del centro - salvo sorprese - rimarranno chiusi in massa per loro volontà. Lo stesso succederà a Ferragosto, con la città, si spera, piena di turisti e croceristi. Che nell'ultimo questionario sul soggiorno in città, proposto dall'Autorità portuale, hanno spiegato di gradire gallerie commerciali e città mercato, visitate dal 64 per cento dei passeggeri sbarcati a Cagliari. Un controsenso? Forse. Sull'obbligo di chiusura Massimo Vinci, presidente regionale di Federdistribuzione, è chiaro: «Serve una liberalizzazione completa. Ma non solo: vorremmo un calendario unico, non come quello attuale, diverso da un Comune all'altro. Negli ultimi anni sono state concesse tantissime licenze: beh, se deve essere concorrenza, lo sia fino alla fine, senza queste storture. Dobbiamo metterci in testa che in Sardegna si devono offrire servizi sempre, a maggior ragione nei giorni di festa». Ricapitolando: i negozi del centro avranno la facoltà di aprire - ma in pochi, negli ultimi anni, hanno scelto di farlo - e le città mercato dovranno chiudere. Dal discorso rimangono fuori Rinascente e Upim di via Dante, che il documento assimila ai negozi al dettaglio.
L'AUCHAN Un piccolo doppiopesismo che dalla sede milanese dell'Auchan, commentano così: «Siamo completamente allineati alla posizione già espressa da Federdistribuzione. Noi vogliamo ribadire l'importanza del servizio al cliente che forniamo. Ed è proprio l'aspetto del servizio al cliente, prima ancora di noi, a venire penalizzato da queste disposizioni». Il discorso non riguarda solo lo shopping negato ai turisti, ma si allarga anche a chi rimarrà in città per la festa di Sant'Efisio e avrà bisogno di un litro di latte o un pacco di pasta.
IL SINDACO Emilio Floris ribalta la discussione: «Il problema non è l'obbligo di chiusura, per pochi giorni, della grande distribuzione, ma il fatto che i negozianti del centro non capiscono che dovrebbero aprire il più possibile», dice il primo cittadino. Ma è anche un problema di cultura commerciale: «In altre Regioni non c'è bisogno di ordinanze che stabiliscano chi apre e chi chiude. Da noi non si trova un accordo naturale, e dispiace che talvolta i turisti trovino i negozi sbarrati. Io sono per la liberalizzazione: se il lavoro dei commercianti fosse organizzato probabilmente parleremmo d'altro».
L'ordinanza 28 è arrivata a due mesi dalla legge regionale numero 3 del 2010, che ha modificato la vecchia normativa della Giunta Soru e ha consentito ai Comuni di decidere su ogni apertura domenicale e festiva. Il documento del Municipio di Cagliari dispone la chiusura obbligatoria per «il 1° gennaio, Pasqua, 25 e 26 dicembre». Poi la serrata solo delle grandi strutture nelle giornate dell'Epifania, Pasquetta, 1° maggio Ferragosto e la terza domenica di febbraio, marzo e ottobre.
L'ASSESSORE «Rispetto al passato si potrà aprire il 25 aprile, e le città mercato potranno lavorare 41 domeniche su 52. Abbiamo aggiunto giorni di lavoro», spiega l'assessore alle attività produttive Paolo Carta. Il componente della giunta comunale aggiunge: «L'ordinanza è frutto della concertazione con le associazioni di categoria e i sindacati. Ricordo che questo lo prevede la legge regionale. Confesercenti e le altre hanno sempre chiesto una soluzione di questo tipo. Io da amministratore preferisco il commercio cittadino nel centro storico, non quello delle gallerie commerciali».
LA CONFCOMMERCIO Giuseppe Scura, direttore della Confcommercio di Cagliari, sostiene che non esista l'ordinanza perfetta: «Nessuna va bene a priori. Lo dimostra il fatto che nei Comuni vicini si scelgano soluzioni diverse. Il rischio di una serrata per il Primo maggio? Solitamente si assiste alla festa di Sant'Efisio e poi si va a visitare la Fiera, non credo che la chiusura delle città mercato creerà problemi». Sulla differenza tra Auchan e Rinascente e Upim, Scura avverte: «Si tratta di due strutture che i negozianti del centro hanno sempre ritenuto un vantaggio, un'attrattiva, non delle concorrenti dirette».
MICHELE RUFFI

07/04/2010